Nuova vita ai capi tecnici, Ratti con Texun sperimenta il processo

Il progetto Un trattamento per ripristinare l’idrorepellenza dei tessuti. L’input da due guide alpine. Garantita una resa top fino a dieci lavaggi

Ripristinare la capacità idrorepellente dei tessuti che l’hanno persa e favorire così il riuso di giacche e pantaloni di abbigliamento sportivo altrimenti destinati a finire nei rifiuti. È la sfida ecologica del progetto Texun, che ha trovato nella Ratti di Guanzate un partner non solo prestigioso e di capacità industriale indubbia, ma anche convinto della mission nel nome della sostenibilità.

«L’idea - spiega Marco Passera, del team Ratti che sta seguendo il progetto - è venuta alle guide alpine Giuseppe Gidaro e Roberto Rossi, che hanno avuto la necessità (e la sensibilità) di non dover buttare via abbigliamento tecnico la cui idrorepellenza, dopo 5-6 lavaggi, viene meno». L’idea aveva bisogno di sperimentazioni, di competenze tecnico-chimiche e di una struttura che ospitasse macchinari per trattare i capi. Tutto questo l’ha trovato in Ratti: «Noi produciamo tessuti, accessori, prodotti per il mondo casa, non capi confezionati. Ma Ratti da sempre è aperta all’innovazione su prodotti, processi, logistica».

Gli studi e le ricerche di laboratorio, partiti nel 2019, hanno portato a inventare una miscela spray efficace e con impatto ambientale zero, priva di sostanze fluorocarboniche (Pfc: garantiscono alta idrorepellenza ma sono molto inquinanti e quindi sono state bandite dall’Unione europea) che viene immessa in un macchinario che la nebulizza sui capi da trattare. Miscela e macchinario sono stati brevettati sia in Italia che in Europa: «Sul mercato -precisa Passera- c’erano già bombolette spray che chiunque può usare a casa per ripristinare l’idrorepellenza sui capi. Ma noi garantiamo una resa più alta (fino a 10 lavaggi successivi al trattamento) e soprattutto garantiamo lavorazioni, qualità e certificazioni ambientali. Al netto del lavaggio preliminare dei capi (in cui comunque l’acqua di risulta viene filtrata dalle microplastiche prima di finire in fognatura), il trattamento vero e proprio non richiede acqua. Si pensi che per produrre un capo tecnico nuovo servono 300-400 litri d’acqua; la nostra rigenerazione ne chiede 40».

Dopo l’impregnatura, i capi vengono messi ad asciugare a temperatura ambiente e poi riconsegnati al cliente. «Prolunghiamo la vita dei capi tecnici senza modificarne le qualità di idrorepellenza e impermeabilità. Vale per capi da montagna, pesca, ciclismo, vela, motociclismo, running per citare alcune discipline. Il trattamento non è utile per capi in pelle, in lana, pellicce. È un sistema per capi tecnici, non per capi di moda». Accoglienza degli utilizzatori? «Il servizio di raccolta e trattamento è partito all’inizio del 2022. Finora sono stati trattati una sessantina di capi. I feedback sono positivi. C’è chi ha provato i capi trattati in ambienti molto severi (pioggia forte e continua) e non ha rilevato cambiamenti tattili, funzionali o visibili nei tessuti. La raccolta di dati comunque continua».

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