«Abbandonati ai cassonetti»: salvati i mici

Griante Alcuni volontari li hanno soccorsi. «Ciò che colpisce è la crudeltà»

Griante

Ancora cuccioli di gatti lasciati morire: l’inizio del mese è stato macchiato da ben due gesti di crudele abbandono a Griante.

Due diversi gruppi di gattini appena nati sono stati trovati nei pressi dei cassonetti della frazione Carsolina. Nel primo caso, i cuccioli – gettati senza pietà tra i rifiuti – sono stati recuperati dai volontari della Tremezzina: i tre sopravvissuti stanno lottando per sopravvivere. Poi una tragica seconda scoperta, poche ore dopo: un altro gruppo di tre micetti, con il cordone ombelicale ancora attaccato, giaceva vicino ad un altro cassonetto, ma in questo caso solo due sono sopravvissuti. I piccoli sono stati inizialmente accuditi dai volontari locali, poi trasferiti in un luogo più sicuro, dove una volontaria esperta e un veterinario li stanno curando con dedizione.

«Ciò che colpisce – spiegano i volontari – è la ripetitività e la crudeltà di questi episodi, che si verificano da anni». Non si tratta di un caso isolato: da tempo si registrano segnalazioni simili lungo la sponda occidentale del Lario: cucciolate appena nate abbandonate in posti impervi, nei pressi dei bidoni, a volte addirittura all’interno, destinate a una morte certa.

I volontari lanciano l’allarme anche per le madri, che possono andare incontro a gravi conseguenze sanitarie come la mastite, se separate improvvisamente dai piccoli.

Dietro a questi salvataggi ci sono persone che da anni si battono per proteggere animali indifesi, spesso nell’ombra. Alcune volontarie, già in passato minacciate per il loro impegno, preferiscono oggi restare anonime: per questo la notizia é trapelata solo in questi giorni, a tutela di chi si sta occupando dei gattini. Ma non per questo i volontari rinunciano a far sentire la loro voce: «Non è solo questione di gatti – racconta una volontaria – è una questione di civiltà. Ogni volta che ci troviamo davanti a una scena simile è come ricevere un pugno nello stomaco. Ma non possiamo smettere: per questi piccoli, ogni ora è vitale».

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