Alberghi, ville e box: «Così si stravolge un pezzo di paese»

Torno Mobilitazione per il progetto arrivato in Comune. Sette edifici per 116 posti, cinque abitazioni, tre darsene nell’area a lago compresa tra il cimitero e Villa Pliniana

C’è chi rispolvera la fortunata inchiesta sul “Lago ferito” andata in scena su queste pagine qualche anno fa. E chi, di contro, resta convinto che la cementificazione delle sponde sia l’inevitabile pegno da pagare alla richiesta di un mercato – quello del turismo – che ha fatto del lago di Como uno dei luoghi più glamour del mondo.

A Torno il dibattito è aperto. Partendo da un dato di fatto, ovvero dalla richiesta avanzata da una (misteriosa) società per la realizzazione di un imponente polo turistico. I numeri sono espliciti: sette edifici con destinazione turistico/ricettiva per 116 posti letto, cinque edifici con destinazione residenziale, tre nuove darsene private per l’accesso alla struttura ricettiva dal lago, 120 posti auto di pertinenza e un progetto di autosilo su tre piani di cui il 50% da cedere al Comune.

Il tutto nel compendio di Villa Invernizzi e delle sue pertinenze che – sostiene l’architetto e urbanista Giovanni Franchi – «si caratterizzano per la presenza di un parco/giardino con un fronte lago di oltre trecento metri, con una buona copertura vegetale, all’interno del quale permangono significativi e particolari caratteri paesaggistici di naturalità». L’area, per capirci, è quella compresa tra il cimitero e la Villa Pliniana.

Il sindaco di Torno, ne riferiamo nell’articolo qui sotto, sostiene che nulla è stato ancora deciso. In archivio, tuttavia, c’è un atto di indirizzo del 5 aprile del 2023 con il quale l’amministrazione «dava mandato all’ufficio tecnico comunale per i necessari adempimenti correlati alla procedura finalizzata all’approvazione della proposta di Pil in variante urbanistica al piano di governo del territorio vigente».

I protagonisti

Tanto è bastato a un folto gruppo di persone per costituire un comitato che vede la partecipazione dell’Associazione Benzi di Agopik Manoukian, già candidato sindaco di Torno; Associazione Chiave di Volta dell’architetto Darko Pandakovic, docente di architettura del paesaggio alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano; Italia Nostra con Fiammetta Lang. Tra chi non nasconde le proprie perplessità anche l’ex sindaco Giulio Sala, il promotore di eventi Roberto Borghi e Francesco Veronelli, componente della Commissione Paesistica dell’Unione Comuni.

Un primo sostegno è arrivato dalle associazioni ambientaliste. Nei giorni scorsi Devis Dori, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e Angelo Bonelli, portavoce nazionale di Europa Verde, hanno presentato un’interrogazione parlamentare sul tema. A ispirarla Elisabetta Patelli di Europa Verde di Como. «Una scelta che rischia di compromettere definitivamente la bellezza naturale e l’eredità storica, l’ecosistema lacustre, la fruibilità della riva anche da lago. Oltre alla distruzione del patrimonio naturale e storico, infatti, le criticità riguardano la modifica del litorale con la costruzione di 3 darsene private con preclusione della riva ai cittadini, l’alterazione dell’antica via Pliniana e l’indotto viabilistico una strada provinciale già pericolosa e quotidianamente congestionata».

L’architetto Giovanni Franchi ne fa soprattutto un ragionamento urbanistico. Il Pgt, lo strumento che regola il territorio, «ha sempre riconosciuta la zona come ambito a ville e parchi ed all’interno dello stesso sono ammessi esclusivamente interventi fino al restauro oltre a modesti interventi di ristrutturazione. Queste regole hanno avuto valenza per tutti gli operatori e cittadini di Torno e non che per anni hanno operato su questi ambiti. Poi, come di incanto si presenta una società che presenta per tale ambito un maxi progetto di superficie fondiaria mq. 29.171,00».

In cambio

In cambio, la società garantisce una serie di interventi (centro civico, riqualificazione piazza San Giobanni, riqualificazione via Pliniana) oltre a opere di miglioramento idraulico e la ristrutturazione di Villa Zita ed ex San Giorgio. Sufficiente? «Non è stata effettuata alcuna valutazione costi/benefici sul cambio di opere pubbliche previsto - è la replica di Franchi - In sostanza si sta stravolgendo in maniera irreversibile circa 30.000 mq. di area fronte lago. Un disastro, a mio avviso, anche dal punto di vista urbanistico: nessuna attenzione è stata posta al sistema della mobilità considerando che tutto questo intervento andrà a gravitare, ahimè, sulla strada Lariana andando ad aumentare il caos viabilistico della stessa, nessuno sforzo alla salvaguardia e valorizzazione della componente ambientale e paesaggistica e da ultimo il concambio di opere pubbliche previsto non tiene conto di alcuna compensazione». Un lungo elenco di lamentazioni, insomma, che inaspriranno il dibattito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA