Boom di case vacanza nel paese di Clooney: una ogni venti abitanti

Laglio Il censimento delle attività ricettive : sono 46 le abitazioni accreditate, una ogni 20 residenti. E quattro b&b. L’allarme di Pozzi: «Rischiamo l’impoverimento del tessuto sociale». E annuncia modifiche al regolamento Imu

Una casa vacanza ogni venti abitanti. Tante, forse troppe per un piccolo Comune come quello di Laglio, tanto da rischiare, con il tempo, «un depauperamento del tessuto sociale del paese».

Questo il campanello d’allarme lanciato dal sindaco Roberto Pozzi, dopo l’ultimo censimento delle attività ricettive presenti in paese. Si contano infatti 46 case vacanza accreditate e quattro B&b, sull’onda del sempre più consolidato successo del brand Lago di Como.

Brand mondiale

Brand reso celebre anche grazie al fondamentale contributo dell’attore George Clooney che, proprio a Laglio, oltre vent’anni fa comprò casa.

Un boom turistico - esteso a tutto il territorio comasco – che però, nel caso specifico, secondo Pozzi potrebbe portare a problemi seri.

In poche parole, il rischio è che pian piano il paese possa svuotarsi sempre più di abitanti, per lasciare spazio ai turisti.

Da qui l’intenzione di intervenire come Comune, per spingere maggiormente verso l’affitto tradizionale rispetto alla locazione breve.

«Il Lago di Como, non senza merito della presenza di chi sappiamo, è diventato negli ultimi anni un brand turistico di interesse mondiale – ha evidenziato Pozzi - molti gli investimenti nel settore alberghiero che hanno portato e porteranno sul lago le più importanti catene di hotel di lusso. Abbiamo assistito anche al diffondersi del fenomeno “casa vacanza” che ha dapprima affiancato per numero i Bed& breakfast per poi superarli di slancio, con ampio margine».

«Se da un lato il fenomeno ha garantito l’aumento delle presenze di turisti italiani ed esteri - rileva - con positiva ricaduta per il settore turistico, dall’altro non possiamo nasconderci che qualche problema, serio, può sorgere».

La differenza

È quindi entrato nel dettaglio. «Se per i B&b si può, a giusta ragione, parlare di integrazione al reddito familiare, il fenomeno case vacanza assume le caratteristiche di attività imprenditoriale. Da un punto di vista sociale le due tipologie di accoglienza hanno ricadute molto diverse. Il B&b non altera il tessuto sociale del paese poiché chi lo gestisce continua a vivere il territorio. Per le case vacanza il discorso è diverso. Assistiamo, sempre più spesso all’acquisto mirato, anche da parte di investitori esteri, di immobili da mettere a reddito con locazione breve».

Sistema di tassazione

Il pericolo, per Pozzi, è dunque quello di “perdere” nuclei familiari che potrebbero insediarsi in paese a favore di chi investe nelle attività economicamente più performanti.

«Il sistema di tassazione per B&b e casa vacanza prevede la medesima aliquota fissa del 22%. Alla lunga si rischia un depauperamento del tessuto sociale del paese. Quindi senza demonizzare alcuna attività che, come detto, produce reddito e benessere diffuso, il legislatore dovrebbe a mio avviso operare sulla leva fiscale o altro mezzo, per rendere più conveniente o meno sconveniente l’affitto tradizionale rispetto alla locazione breve».

E ha concluso il primo cittadino: «Per canto nostro valuteremo modifiche al regolamento Imu per favorire questo processo». Presto, dunque, potrebbero esserci novità in arrivo.

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