L’operaio che ha trovato i due colleghi morti nel cantiere: «Da settimane dormivano nel container»

La testimonianza Un operaio anche lui, di 62 anni, è l’uomo che ieri mattina nel cantiere di via Ranzato ha fatto la tragica scoperta

Cammina avanti e indietro, gettando ogni tanto uno sguardo verso il cantiere e subito i suoi occhi si riempiono di lacrime. È stato lui, operaio di 62 anni, a trovare i corpi dei giovani colleghi egiziani - suoi connazionali - nel container del cantiere di via Ranzato.

Fa fatica a parlare, lo choc è visibile e più che comprensibile, ma riesce a raccontare in poche parole il dramma che ha vissuto. «Stamattina sono arrivato sul cantiere e non li vedevo uscire - ha spiegato l’uomo ieri, tra le lacrime - io vengo da Milano e faccio avanti indietro, fino a poco tempo fa anche loro. Non li vedevo e quindi sono entrato dentro e li ho trovati così». Ha dunque lanciato l’allarme con l’arrivo sul posto dei mezzi di soccorso, ma per i due egiziani purtroppo non c’era già più niente da fare.

«Lavoravo con loro - ha aggiunto l’uomo - abbiamo iniziato ad agosto: all’inizio anche loro facevano avanti e indietro da Milano, poi hanno voluto fermarsi qui. Erano da poco in Italia e non sapevano bene la lingua, io li aiutavo facendo da interprete. Non riesco nemmeno più a parlare, forse è il destino, ma è una tragedia, troppo brutto».

Non ha potuto proseguire oltre nel suo racconto: troppo grande, per lui, il dolore nei rivivere quei drammatici momenti.

Quella che doveva essere una comune giornata di lavoro si è così trasformata in una tragedia difficile da accettare.

Il silenzio che avvolgeva il cantiere, ieri, era rotto solo dal pianto di alcuni parenti che, man mano, hanno iniziato a raggiungere Moltrasio, ancora increduli per quanto successo. Abdelaziz e Said erano arrivati in Italia sperando di andare incontro a un futuro migliore rispetto a quello che, probabilmente, avrebbero vissuto nel Paese d’origine: purtroppo le loro vite si sono interrotte prematuramente nel modo più tragico.

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