Il nuovo resort di Torno: «Rive da difendere, non abbiamo bisogno di queste strutture»

Intervista a Darko Pandakovic, docente al Politecnico e presidente Italia Nostra di Como dopo la presentazione del secondo progetto

Il nuovo progetto? Mantiene l’invasività del precedente, se non peggiore». Non è bastata la riduzione sia per quel che concerne la parte ricettiva che per quanto riguarda quella residenziale del resort di lusso che dovrebbe sorgere in zona Pliniana, a Torno, per convincere Darko Pandakovic a rivalutarlo. Il docente di Architettura del Paesaggio al Politecnico e da poco presidente di Italia Nostra, sezione di Como, già lo scorso anno aveva evidenziato quelle che secondo lui sono le criticità sotto vari punti di vista: ambientale, paesaggistico, culturale e non solo. Ora, a un anno di distanza, la sua visione non è cambiata nonostante le modifiche al progetto e, anzi, si è fatta forse ancora più critica.

Cosa non la convince dell’attuale progetto?

Quel tratto di lago non ha nessuna possibilità di essere aggredito da cubature, in quanto è talmente ricco di storia e cultura che solo una tale combinazione di persone potrebbe permettere che questa storia e cultura vengano negate. Di lì a poco c’è la Villa Pliniana, ancora così affascinante e grandiosa perché nella sua solitudine: nell’ampio golfo da sinistra e destra, mantiene il suo fascino e la sua ricchezza paesaggistica. Andare ad aggravare quella linea oltre il cimitero di Torno dove ci sono sì insediamenti ma molto limitati, è un gesto di una violenza verso uno dei più noti valori culturali del Lario.

La Villa Pliniana non sarebbe più la stessa, dunque.

La Pliniana è stata divulgata in tutto il mondo attraverso le stampe, a cominciare dal ‘700, era quasi un luogo tipo del lago. Quando la gente non poteva fare foto, comprava una stampa della Pliniana per ricordare che era stata a Como. Plinio il Giovane cita “un unico golfo con una molle curva”. Vuol dire che sapeva guardare il paesaggio come oggi nessuno tra progettisti, finanziatori, imprenditori e amministratori sa vedere, non si accorgono nemmeno. Da questi testi antichi noi dobbiamo capire cosa vuol dire stare al mondo, accorgerci delle cose e avere la sensibilità. Difendere il lago vuol dire la linea di costa del lago. Ne sono rimaste così poche non costruite e oggi: dopo aver visto i disastri che producono nei paesi questi alberghi per riccastri del mondo, andiamo avanti su questa politica miope?

Una questione anche culturale, dal suo punto di vista.

Qui abbiamo l’onore, la nobiltà di avere luoghi descritti duemila anni fa e poi ripetuti nel Rinascimento da umanisti, da Paolo Giovio che dice cose stupende, sottolineando come l’identità dei posti è il racconto che si fa e si tramanda e noi, per quattro soldi che arrivano non si sa da parte di chi, per accogliere poi un pubblico internazionale di plutocrati, perdiamo questo patrimonio e cose sacre che per duemila anni la popolazione del luogo ha saputo conservare. Oggi si sta a discutere se abbassare il tetto di cinquanta centimetri o spostare un edificio di due metri. Se l’Italia vale nel mondo, vale per la sua cultura e non per il servilismo con cui si prostra davanti a ogni capitale che arriva da fuori.

Entriamo nel merito del nuovo progetto, cosa sarebbe ancora da rivedere secondo lei?

Innanzitutto, non può una variante di piano cambiare le condizioni che il piano di governo del territorio ha definito in questa proporzione, questa operazione è normativamente illecita, bisognerebbe rifare il piano regolatore, non la variante di piano. Poi, per chi non si fosse accorto, la Lariana è super intasata e a volte ci si mette il quadruplo del tempo per farla, è una strada a sorpresa. Già così è tutto sottodimensionato rispetto a quello che sta accadendo. Abbiamo questa carenza e ora la accentuiamo?

Anche la questione parcheggi non la convince, conferma?

Già adesso a Torno è difficile bere un caffè. Dicono che faranno i parcheggi, ma poi vanno all’albergo stesso, intasando in una maniera mostruosa. Se la ricettività fosse anche di 80 persone, sappiano che il personale di servizio è di 160 persone, Queste cose non si vedono? Non entrano nel bilancio di un’operazione? Ma non solo questo. A oggi, Blevio e Torno versano le fognature libere nel lago perché la loro connessione alla rete di smaltimento è andata male. Invece che sistemare il regresso scandalosamente inadempiente, si programma un nuovo peso di popolazione?

Per quanto riguarda l’impatto sul paesaggio?

Le rive del lago sono soggette alla tutela del paesaggio: vuol dire distribuzione di volumi, materiali, colori, forme conformi alla tradizione. Non abbiamo proprio bisogno di questi progetti. Il progetto prevede due darsene nuove, migliaia di metri cubi scavati, con i bracci che escono sul lago, non so come otterranno il permesso. Il lago non è di proprietà di chi ha la riva. E poi toccare quella roccia con Blevio che nel ’24 ha fermato la strada sei o sette volte per le frane… Ora andiamo a dissestare le rive facendo questi scavi: togliere altre parti della montagna, rischia di far dissestare tutto. Credo ci sia un’incapacità di analizzare la situazione.

Dal suo punto di vista le criticità sono tante, eppure i cittadini di Torno lo scorso anno hanno ridato fiducia all’attuale amministrazione, appoggiando di riflesso il progetto. Viene perciò da pensare che lo vogliano, non è così?

Io penso che i cittadini non si rendano conto di cosa accadrebbe. Lo slogan è che il paese deve andare avanti, come se questo accadesse solo con i mega alberghi, non uno solo ma tanti. Un messaggio dato in maniera non razionale, rischiando che non venga realizzato. Le opere di compensazione sono la sistemazione della piazza di san Giovanni, poi mettono a posto la villa Zita, sono frammenti in cui si vede che non si sono dati l’impegno di riflettere davvero cos’è oggi la crisi di questi paesi che perdono identità, popolazione, servizi. Il paese muore per dar largo a questo turismo plutocratico che non ha nessuno scambio con il paese. Sono molto meno dannosi i B&b che creano un contatto. Questi sono isolotti che demoliscono la bellezza del lago per la ricchezza degli investitori che non sapremo mai chi sono.

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