
Cronaca / Lago e valli
Lunedì 22 Settembre 2025
Indagine sulla mulattiera Plesio-San Siro
Sindaco ed ex prosciolti, rimane la multa
Anni di indagine, ma la tesi dell’accusa evapora in udienza preliminare. In corso ben tre cause civili contro la sanzione da 999mila euro per il taglio piante nel bosco
Plesio
Il progetto è del 2011. L’assegnazione dei lavori del 2014. L’inchiesta del 2020. Ma solo ora il caso è approdato davanti a un giudice. Che ha clamorosamente smontato la tesi dell’accusa e - accade raramente - ha deciso di prosciogliere gli imputati e di non mandarli a giudizio, come chiesto dal pubblico ministero Simone Pizzotti, in udienza preliminare. Decretando un non luogo a procedere perché «il fatto non sussiste».
È una vicenda da mal di testa quella della “strada agro-silvo-pastorale” denominata “Collegamento intervallivo mediolario” realizzata tra le frazioni Breglia a Plesio e Carcente a San Siro. Sotto inchiesta erano finiti l’ex sindaco di Plesio Fabio Conti, il suo successore Celestino Pedrazzini (all’epoca direttore dei lavori dell’opera contestata), il dipendente comunale Fabio Sala e il costruttore Pietro Cerri, di Talamona.
A carico dei quattro il pubblico ministero Simone Pizzotti ha ipotizzato ben sette capi d’accusa per una serie di asseriti reati ambientali e paesaggistici commessi nell’esecuzione dei lavori. Nemmeno uno di quei capi d’imputazione ha retto non già di fronte a un processo in dibattimento, ma neppure davanti al giudice delle udienze preliminari che doveva decidere sul rinvio a giudizio (che non implicava condanne, ma - appunto - il rinvio del caso davanti al dibattimento) oppure sul non luogo a procedere, quando il caso è talmente evidente che non necessita di ulteriori verifiche.
L’indagine era nata da una verifica dei Carabinieri forestali che avevano riscontrato come, lungo il tragitto di quella che è poco più che una mulattiera, fossero stati abbattuti numerosi alberi. «Inevitabile» hanno chiosato in udienza gli avvocati Elisabetta ed Elia di Matteo per Conti e Davide Giudici per Sala. Inevitabile perché quella era una strada che passava proprio dal bosco. E che, oltre all’autorizzazione della giunta comunale, aveva ottenuto il via libera anche della Comunità montana. La stessa Comunità aveva anche valutato e approvato le varianti in corso d’opera, necessarie a causa dei vari ostacoli riscontrati.
La Procura aveva contestato anche che tutti quei lavori avevano causato diversi dissesti geologici nella zona. Ma le accuse, come detto, non hanno retto davanti al giudice.
In ogni caso il disboscamento documentato dai forestali ha portato, già cinque anni fa, all’emissione di una maxi sanzione a carico di sindaco, ex sindaco e imprenditore che ha curato i lavori: 999.821 euro (con l’aggiunta di 48 centesimi).
Le multe sono state impugnate davanti al giudice civile. Ma, in una vicenda da mal di testa come si diceva, ovviamente non si è aperto un singolo procedimento civile per valutarle, bensì tre diversi. Cioè tre giudici differenti dovranno stabilire la correttezza di quella stessa sanzione. E intanto il tempo passa.
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