Sequestrato il Crotto dei Platani: la Cassazione chiude il ristorante

Brienno, respinto il ricorso contro la decisione dei giudici del Riesame. Il provvedimento nato dopo la cena del G7 in una sala considerata abusiva

Brienno

Il Crotto dei Platani è chiuso. Anzi: sigillato. Da venerdì mattina il ristorante a bordo lago di Brienno è avvolto dalle reti arancioni tipiche delle aree di cantiere, ma i lavori in corso non c’entrano nulla: ad aver avvolto il locale sono i sigilli del Tribunale di Como.

La Corte di Cassazione ha infatti dato ragione alla Procura cittadina: il Crotto doveva essere sequestrato per intero, l’estate scorsa, e non soltanto le sale teatro di un'indagine che contesta una serie di presunti abusi edilizi, paesaggistici e ambientali.

La vicenda legale che travolge il locale dell’ex sindaco di Brienno, nonché attuale consigliere provinciale, Francesco Cavadini inizia nel 2023 quando il Tribunale sequestra tre aree del ristorante: l’area demaniale sulla foce del torrente Valle Quai di Orsa, occupata abusivamente con pavimentazione, ringhiera e impianto elettrico, la zona solarium sempre su area demaniale e infine la sala ristorante al piano quota lago ricavata al posto della soletta per il rimessaggio invernale delle barche.

Nell’aprile dello scorso anno, alla chiusura delle indagini, i sigilli vengono temporaneamente rimossi per consentire lavori di parziale ripristino, come richiesto dall’Amministrazione Provinciale. Dopo pochi mesi, , i Carabinieri forestali scoprono che anziché procedere a quei lavori richiesti, era stato lamato e lucidato il parquet della sala ristorante dov’era stata posizionata una Lucia a scopo ornamentale. Nuovo sequestro. Ma tra estate e inverno i sigilli vengono ignorati e tolti. E nella sala sotto inchiesta, a livello lago, viene ospitato dapprima un matrimonio e successivamente a ottobre una cena con i ministri ospiti del G7, evento organizzato dal sottosegretario all’innovazione alla Presidenza del consiglio Alessio Butti, nel secondo.

Proprio quest’ultimo evento, un evento pubblico organizzato nientemeno che dal governo in una sala che la magistratura aveva vietato di usare perché considerata abusiva, non è passato inosservato. E così la Procura ha iniziato una serie di accertamenti per comprendere cosa fosse successo. Addirittura lo stesso Cavadini, nel corso del provvedimento di sequestro parziale della scorsa estate, aveva detto ai carabinieri che l’utilizzo della sala per l’evento del G7 «mi è stato imposto dallo Stato per via della bellezza del luogo». Come dire: tutti sapevano che l’area era sottoposta a sequestro, ma si sarebbe preferito ignorare il provvedimento.

I sigilli comparsi venerdì mattina sono diretta conseguenza del provvedimento della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso dei difensori di Cavadini contro la decisione del Tribunale del riesame, che aveva disposto il sequestro di tutto il locale.

Contattato, l’avvocato Giuseppe Sassi, che assiste gli interessi del Crotto, non ha voluto commentare ma si è limitato a dire che la difesa è già al lavoro per contestare il provvedimento. L’inchiesta - condotta dal procuratore capo Massimo Astori - non è ancora chiusa. Per contro il ristorante, fino a nuovo ordine, sì.

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