Cronaca / Lago e valli
Martedì 04 Novembre 2025
Uccello raro abbattuto a colpi di fucile: denunciato un altro bracconiere
Gera Lario: dopo il caso degli Ibis eremita, la Polizia provinciale di nuovo in azione in Alto Lago. L’uomo, residente in Valtellina, aveva nascosto in un capanno richiami vivi, fucili e munizioni
Gera Lario
Altro grave episodio di bracconaggio, a distanza di due settimane all’abbattimento dei due Ibis eremita, ai margini della Riserva Pian di Spagna. E ancora una volta il merito della scoperta è della Polizia provinciale. Stavolta l’area interessata è un’importante zona di passo dell’avifauna migratoria, dove stazionano soprattutto tordi e allodole: lì ha realizzato il proprio capanno un cacciatore della Bassa Valtellina.
Nei giorni scorsi l’interessato ha abbattuto un’averla maggiore, esemplare di una specie protetta che nidifica nei Paesi del Nord Europa per poi svernare più a sud.
La Polizia provinciale ha inoltre rinvenuto dei richiami vivi, con sigilli contraffatti e, anche se occultati nel capanno, strumenti di richiamo acustici ed elettromagnetici vietati per legge; sequestrati anche due fucili e una serie di munizioni. Il bracconiere è stato deferito alla Procura per uso di richiami abusivi, contraffazione di sigilli e abbattimento di specie protetta e maltrattamento di animali, reati per i quali rischia di rispondere penalmente.
L’intervento è stato eseguito in presenza di un veterinario dell’Ats della Montagna, che ha appurato la condizione non conforme dei richiami tenuti in gabbia, e di un ornitologo in veste di tecnico ausiliario di polizia giudiziaria.
Gli stessi uccelli da richiamo, due allodole, presentavano, come detto, sigilli contraffatti a una zampa. I richiami legali devono provenire da allevamenti specializzati: ogni esemplare è provvisto di un anello cilindrico inamovibile in metallo, infilato con una manovra al tarso dell’animale quando questo è ancora nidiaceo, in modo che con la crescita dell’animale l’anello risulti non più sfilabile. Gli uccelli da richiamo sono numericamente contenuti e hanno dunque un certo costo. Nell’ambito del bracconaggio, pertanto, non è raro il ricorso ad esemplari catturati in natura, ai quali viene apposto un sigillo illegale allargandone l’anello per introdurlo su una zampa già sviluppata.
Gli agenti del corpo comandato da Marco Testa sono intervenuti con la massima consapevolezza e, nonostante il bracconiere avesse cercato di occultare gli strumenti di richiamo abusivi interrando anche i fili, hanno ben presto individuato anche quelli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA