
Cronaca / Lago e valli
Venerdì 12 Settembre 2025
Variante, niente “botti” fino a gennaio
Tremezzina: i buoni propositi del summit di Menaggio si stanno scontrando con le difficoltà oggettive del cantiere. Nessuna data dall’Anas per una ripresa continuativa delle volate. Scavati 600 metri dei 3,5 chilometri previsti
Colonno
I buoni propositi su una celere ripresa dei lavori - in primis di scavo - dentro i due portali della Variante della Tremezzina emersi nel lungo summit di venerdì scorso in municipio a Menaggio rischiano nuovamente e in maniera decisa di cozzare contro la realtà del momento, che continua a vedere l’altro cantiere targato Consorzio Sis - quello della variante di Tirano - avere un peso preponderante rispetto alla Tremezzina.
Questo per dire che a oggi non vi sarebbero sino a gennaio, come già anticipato dal nostro giornale (senza ricevere smentite), le condizioni quadro per garantire una ripresa su larga scala delle “volate” tramite esplosivo, nell’ordine dei quattro metri al giorno più volte citati in questi mesi. Nonostante i buoni propositi emersi nel summit del 20 settembre convocato a Menaggio.
Al momento l’unico dato fermo è rappresentato da una nuova (l’ultima di una lunga serie) ripresa dei lavori, fissata per il 20 settembre, un sabato come hanno fatto notare molti nostri lettori. Ripresa che però nella lunga nota vergata da Anas non contempla alcuna data certa per quel che concerne le “volate”. Data che al momento non sarebbe stata ancora fissata.
Ma il tema di fondo è un altro e cioè che con il peso preponderante di Tirano anche per quel che concerne le maestranze, la Variante - nonostante l’impegno sul campo (di questo va dato atto) in prima persona dell’ad di Anas Claudio Andrea Gemme - rischia di viaggiare a ranghi ridotti per (almeno) altri tre mesi e mezzo.
Perché il ritmo in fatto di “volate” - il vero core business dei lavori - tenuto dal 16 aprile in poi, con una media di tre metri di avanzamento alla settimana per un totale di una dozzina di metri al mese, non può certo essere ritenuto accettabile, soprattutto a fronte del fatto che la galleria “Comacina” a Colonno - e così quella di servizio - sono lunghe tre chilometri e mezzo ed al momento l’avanzamento supera di poco i 600 metri.
Stando alle notizie emerse in queste ore, dunque, non ci sono ancora i presupposti per una ripresa su larga scala a Colonno né tantomeno a Griante, con i camion di cantiere in uscita dalla Ca’ Bianca - lo ricordiamo - che dovrebbero poi far rotta su Brescia, con tutto ciò che ne consegue in fatto di tempi di percorrenza oltre naturalmente alle ripercussioni sulla viabilità lungo le quattro strettoie tra Ossuccio e Colonno.
L’altro dato oggettivo che porta a queste considerazioni decisamente poco rassicuranti ha a che vedere con il fatto che per dare continuità ai lavori - cioè tre turni giornalieri - servirebbero almeno novanta maestranze con un’altra trentina a disposizione per il turno “di riposo”.
Numeri che al momento difficile possono essere garantiti, soprattutto a fronte di una scadenza incombente come la variante di Tirano, infrastruttura olimpica che Anas - attraverso proprio le parole dell’Ad Claudio Andrea Gemme - ha annunciato in dirittura d’arrivo e dunque pronta prima delle Olimpiadi invernali 2026. Insomma, resta da capire se la dizione utilizzata da Anas nella nota a seguito del summit di Menaggio “verranno incrementate le “volate” per il completamento degli scavi in galleria” troverà concreta applicazione almeno con il nuovo anno.
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