Via all’iter del resort di Torno. Il Wwf: «Non basta il taglio del cemento»

Giovedì la prima riunione sugli aspetti ambientali mentre arrivano le osservazioni di sette associazioni. «Eccessivo consumo di suolo»

Torno

A quarantotto ore dalla prima riunione della Vas (Valutazione Ambientale Strategica) convocata in Municipio, il Circolo Legambiente “Angelo Vassallo” di Como, in collaborazione con altre 6 associazioni (Wwf Lombardia, Circolo Ambiente Ilaria Alpi, Gruppo Naturalistico della Brianza, La Natura W onlus, Associazione Iubilantes odv, La Nostra Valle Aps), ha presentato delle osservazioni «fortemente critiche» al progetto per la realizzazione di un resort di lusso in zona villa Pliniana.

Osservazioni (ben nove pagine) indirizzate sia all’Unione dei Comuni Lario e Monti che al Comune di Torno. Come raccontato - con tanto di numeri a supporto - domenica dal nostro giornale, rispetto alla prima versione del progetto legato alla realizzazione del resort, questo secondo progetto - datato aprile 2025 - presenta un segno “meno” piuttosto importante sia per quel che concerne la parte ricettiva che per quanto riguarda quella residenziale, quest’ultima peraltro livellata verso il basso passando da cinque a quattro piani fuori terra.

Nonostante ciò, nella nota il Circolo Legambiente di Como ha rimarcato come pur avendo modificato la società proponente - la “Como Partners srl” - la precedente proposta progettuale i volumi sono stati ridotti «in modo del tutto insufficiente» rispetto all’elaborato del 2023.

«Il progetto oggi prevede di fatto un aumento planivolumetrico quadruplicato rispetto all’esistente, con la presenza di edifici fino a 4 piani fuori terra», si legge nella nota che evidenzia in maniera marcata anche «l’abbattimento di 77 alberi , tra cui esemplari di prima e seconda grandezza come castagni, noci, pruni e tigli e la trasformazione d’uso di una superficie boscata di 2162 metri quadrati».

E ancora. «La compensazione prevista con la messa a dimora di 107 nuovi esemplari è una mera illusione», si legge ancora nella nota in cui si parla di «trasformazione di un ecosistema semi-naturale, con un parco storico e aree inselvatichite, in un paesaggio artificiale e iper-progettato». Al netto poi dell’edificazione «prevista su un versante ad alta pendenza» il nodo centrale della vicenda - secondo il Circolo Legambiente di Como - resta il consumo di suolo.

Tema a lungo dibattuto soprattutto da fine anni ’90 in poi sul lago. «Nei documenti si afferma che non si prevede un incremento di consumo di suolo poiché l’area è classificata come “Tessuto Urbano Consolidato”, ma questa è una grave forzatura - la sottolineatura di Legambiente Como -. L’area, infatti, pur avendo degli edifici, è in gran parte un parco con suolo permeabile. La costruzione di 7200 metri quadrati di superficie lorda di pavimento e 21.600 metri cubi di volumi urbanistici, con l’aggiunta di strade interne e parcheggi, rappresenta un massiccio consumo di suolo de facto, con una drastica e permanente impermeabilizzazione».

Al momento quelle del Circolo Legambiente “Angelo Vassallo” di Como - con la stretta collaborazione di altre sei Associazioni - sono le uniche osservazioni pervenute, secondo quanto si è appreso, in vista della prima riunione di Vas, convocata giovedì mattina. «Questa operazione immobiliare si inserisce in un modello di sviluppo basato sulla sostituzione del patrimonio esistente con nuovi complessi di lusso, erodendo progressivamente l’integrità paesaggistica e ambientale del lago», la chiosa della nota di Legambiente.

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