Affluenza al 68% nel comasco e la scheda anti frode crea code e disagi

Il voto Alle urne il 9% in meno rispetto a quattro anni fa.In molti seggi ci sono stati problemi legati al tagliando da staccare e in Comune ressa per il duplicato della tessera

Alla chiusura delle urne, ieri sera alle 23, aveva votato in provincia il 68,5% rispetto al 77% del 2018. Nel capoluogo, invece, si è recato alle urne il 63% degli aventi diritto (dato parziale, aggiornato alle ore 23.45) contro il 72% del 2018.

Il primo dato di giornata sull’affluenza era stato diffuso dal ministero dell’Interno alle 12: a livello provinciale (calcolata in 148 di 148 Comuni) si attestava al 21,43%, nel Comune capoluogo era al 21,43. Alle 19 il dato è salito al 56,62 a livello provinciale contro il 61,18% del 2018. Nel capoluogo dato al 54,8% rispetto al 57.84%.

In diversi seggi, ma questo ha riguardato indistintamente tutti i Comuni, si sono registrate code e rallentamenti dovuti alle schede dotate del tagliandino antifrode, che aveva debuttato alle scorse politiche del 4 marzo 2018. Ma come funziona esattamente? Quando viene consegnata la scheda, il personale di seggio deve sapere quale codice corrisponde alle generalità identificative dell’elettore. Per questo il codice viene copiato di fianco al suo nominativo.

Come funziona

Chi ha votato deve riconsegnare le schede al presidente di seggio e non inserirla come spesso viene automatico fare, che a questo punto deve controllare se il codice alfanumerico sul tagliando è lo stesso segnato insieme al nome dell’elettore.

Una volta verificata la corrispondenza dei due codici, il presidente di seggio va quindi a staccare il tagliando dalle schede e la inserisce nell’urna poiché significa infatti che la scheda non è stata sostituita con un’altra. Se, al contrario, risultasse che i due codici sono diversi, il voto si considera annullato e l’elettore in questione non potrà esprimere di nuovo la sua preferenza.

Ecco chiarito il motivo per cui in diversi seggi si sono registrate file. Code anche in Comune per la richiesta del duplicato della tessera elettorale. Il picco massimo di attesa attorno alle 10.30, quando ci volevano circa 15 minuti per poter ottenere il documento. Sdoppiati, su disposizione del dirigente Valentino Chiarion, gli uffici dove poter richiedere il duplicato: postazioni con le stampanti apposite all’Anagrafe e altre all’ufficio Elettorale.

Fino a sabato pomeriggio l’ufficio era stato anche alle prese con le numerose defezioni da parte di presidenti di seggio (vengono nominati dalla Corte d’Appello): 56 (comprese rinunce delle rinunce) su 74 sezioni. Discorso diverso per gli scrutatori, visto che la commissione elettorale comunale aveva provveduto come prassi anche una lista di riserva con circa 200 nominativi. I segretari, invece, sono stati indicati direttamente dai presidenti.

Il sindaco, Alessandro Rapinese, ha votato in tarda mattinata al seggio di via Perti. Anche questa volta sulle spalle l’inseparabile zainetto, ma non essendo direttamente coinvolto, ha rinunciato a giacca e cravatta blu che aveva rigorosamente indossato per le scorse amministrative, che lo avevano poi visto vincere.

Candidati al seggio

Voto in città, alla scuola di via Sinigaglia per il parlamentare uscente del Movimento 5 Stelle Giovanni Currò (candidato capolista nel plurinominale per i pentastellati) e con la sua elezione incerta.

Certa, invece, di tornare a Roma la deputata del Pd Chiara Braga, capolista nel plurinominale, che ha votato a Bregnano, suo Comune di residenza.

Biglietto in tasca per Roma per il leghista Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno uscente e candidato nell’uninominale del collegio di Como che torna a Montecitorio. Nell’uninominale di Sondrio, che include anche numerosi Comuni dell’Alto lago e dell’Erbese in corsa il ministro uscente Giancarlo Giorgetti (Lega) che ha votato a Cazzago Brabbia, in provincia di Varese.

Elezione in tasca anche per Eugenio Zoffili, che ha votato nella sua Ponte Lambro: per la Lega è capolista nel plurinominale.

Al Senato tra i comaschi l’ultimo a votare è stato Alessio Butti, capolista per Fratelli d’Italia a Palazzo Madama. Deputato uscente, tornerà di certo a Roma.

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