
Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Martedì 17 Giugno 2025
Cermenate: allarme killer dei gatti. «Voleva coccole, gli hanno sparato»
Denuncia Qualcuno lo ha colpito alla spina dorsale, forse con un fucile ad aria compressa. La proprietaria si è rivolta ai carabinieri: «Era benvoluto da tutti per il carattere affettuoso»
Cermenate
A condannare il povero Lillo, dice sconfortata la sua proprietaria, probabilmente è stato anche il suo buon carattere, che l’avrà portato ad accucciarsi amichevole, sperando in una grattatina. Invece qualcuno gli ha sparato nella spina dorsale, verosimilmente con un fucile ad aria compressa. Non una episodio isolato, visto che un altro micio era stato colpito un paio di giorni prima poco lontano, anche se in quel caso la bestiola era stata più fortunata e aveva riportato danni lievi.
Un reato grave
Una condotta malvagia e un reato, che la recente approvazione in Senato del decreto 1308 che cambia l’approccio del Codice Penale ai reati contro gli animali, ha reso ancora più grave: la nuova legge innalza la pena per chi per crudeltà o senza necessità cagioni la morte di un animale, prevedendo la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 5mila a 30mila euro e se il fatto sia commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze, si prevede un aumento sensibile della pena, fino a quattro anni di reclusione o una multa che può arrivare a 60mila euro. Le armi ad aria compressa possono venire acquistate da chiunque sia maggiorenne, non richiedono licenza per l’acquisto, il possesso o l’uso e si definiscono armi a ridotta capacità offensiva.
Cristina e il suo Lillo
Ma non per un piccolo animale. Per questo, per mettere in guardia contro questo pericolo, Cristina Rovere ha voluto rendere pubblico quello che è accaduto al suo Lillo, un gatto di cinque anni bianco e rosso, che faceva parte della famiglia da quando era stato adottato ancora cucciolo, rispondendo a un appello sui social.
Un micio mansueto, racconta, «un vero patatone, tranquillo e benvoluto da tutti per il suo carattere affettuoso». La notte dello scorso 7 giugno, racconta, alle 3 ha ricevuto una telefonata da parte di Enpa: «Ci hanno rintracciato grazie al microchip – dice – e ci hanno detto che Lillo era stato investito. Una coppia di ragazzi lo aveva visto che si trascinava per la strada e ne ha segnalato la presenza». Si trovava nella zona di via Don Bazzoni, poco lontano da casa, zona residenziale piuttosto tranquilla. La diagnosi iniziale, che il gatto avesse il bacino fratturato a causa dell’incidente. E invece.
Costretti a sopprimerlo
«Invece – continua – dopo gli esami e gli accertamenti da parte dei veterinari della clinica di Limido dove l’abbiamo portato, è emerso che gli avevano sparato e che c’era un proiettile nella spina dorsale». Per cinque giorni è rimasto ricoverato e la sua famiglia ha sperato che potesse riprendersi. Invece la gravità dei danni riportati si è rivelata tale che l’epilogo è stato, purtroppo, il peggiore e «siamo stati costretti, con enorme dolore, a sopprimerlo».
L’episodio è stato riportato ai carabinieri di Cermenate: «Abbiamo deciso di presentare denuncia, sperando che il responsabile possa venire individuato e quindi risponda davanti alle legge. Quello che ha fatto è gravissimo e rappresenta un pericolo anche per le persone. Ho voluto condividere quanto è successo per invitare tutti a prestare massima attenzione ai propri animali, perché non accadano altre disgrazie come quella che ci ha colpito».
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