Ex forno, via agli scavi. «Vogliamo capire
che cosa c’è sotto terra»

Olgiate Comasco È iniziata l’indagine preliminare. Si vuole accertare l’eventuale presenza di inquinanti. In base ai risultati, si potrà definire il tipo di intervento

È partita l’indagine preliminare ambientale nell’area dell’ex forno di incenerimento consortile in località Fossi di Rongio.

L’analisi, col coinvolgimento di Provincia e Arpa, è tesa a esaminare lo stato dei luoghi sull’intera area, non più soltanto sulla fascia di terreno su cui sarebbe dovuta passare la variante alla statale Briantea (tangenziale di Olgiate), per realizzare la quale Anas richiedeva preliminarmente la rimozione dei sottostanti residui dell’attività di incenerimento.

L’indagine

Prevista l’esecuzione di quattordici trincee, tre piezometri per verificare la qualità dell’acqua e più o meno sei carotaggi aggiuntivi rispetto a quelli fatti in passato.

I risultati che emergeranno dall’indagine indicheranno che tipo di intervento sia opportuno attuare. Ci sono più opzioni: dalla bonifica alla messa in sicurezza e, comunque, il recupero ambientale dell’area dell’ex forno.

«Stanno eseguendo scavi, sondaggi, piezometri e trincee per il prelevamento di campioni da differenti posizioni su tutta l’area di campionamento, compreso l’edificio del vecchio forno di incenerimento per accertare l’eventuale presenza di inquinanti – spiega l’ingegner Francesco Gatti, responsabile dell’area Lavori pubblici e patrimonio - L’indagine riguarda non solo i lotti dell’ex Consorzio che gestiva l’inceneritore, ma anche quelli privati; ai tempi avevamo già dato comunicazione che il Comune avrebbe operato sui terreni della zona e nessuno si è opposto».

L’operazione procederà a ritmo piuttosto spedito. «In questo mese raccoglieranno tutti i dati, poi vanno rielaborati e verificato se ci siano superamenti di concentrazioni – aggiunge Gatti - Seguirà la fase del confronto con Arpa e quindi l’impostazione di una progettazione per risanare l’area tenendo conto delle nuove disposizioni normative che la Regione ha emanato per la gestione delle discariche ante-norma».

Il protocollo d’intesa

L’indagine preliminare ambientale dà seguito al protocollo d’intesa del 31 maggio 2021 tra i Comuni di Appiano Gentile, Fino Mornasco, Lurate Caccivio, Solbiate con Cagno, Villa Guardia e Olgiate Comasco - che facevano parte del disciolto Consorzio di gestione dell’ex forno - finalizzato a coordinare le prime azioni tecniche di analisi sui terreni oggetto di potenziale inquinamento per l’attività connessa al forno di incenerimento di rifiuti solidi urbani che è stato attivo dal 1969 al 1983.

Per dar corso a tale accertamento è stato dato un incarico (38.860 euro più Iva) al geologo Gianni Del Pero e un altro per il servizio di assistenza ai campionamenti e analisi di laboratorio, terreni, acque e campionamento e analisi rifiuti dei materiali costituenti il forno alla società Gate Energy srl, per un importo di 56.192 euro oltre agli oneri della sicurezza pari a 800 euro e Iva al 22%.

«L’obiettivo dell’indagine è verificare lo stato di fatto dei terreni su cui sorge l’ex forno, cosa c’è sotto e quantificare un intervento di risanamento ambientale dell’area Fossi di Rongio – dichiara il sindaco Simone Moretti – Ci auguriamo che si possa congelare l’area, senza prevedere interventi di rimozione di rifiuti e scorie, considerati i costi enormi delle bonifiche e del loro impatto ambientale per la movimentazione dei mezzi coinvolti».

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