diabete, quei nuovi farmaci
sempre più efficaci e sicuri

Le “armi” a disposizione degli specialisti consentono oggi di migliorare il controllo della malattia di tipo 2 (Dm2) «È dimostrata anche la riduzione della mortalità per cause cardiovascolari e dell’insorgenza della malattia renale»

Negli ultimi 15 anni nel trattamento del diabete mellito di tipo 2 (Dm2) c’è stato uno sviluppo molto importante. In particolare, tre nuove classi di farmaci (inibitori del Dppiv, inibitori degli Sglt 2 e analoghi del Glp 1) hanno consentito di migliorare il controllo della malattia. Abbiamo parlato di queste importanti novità con Olga Eugenia Disoteo, specialista della struttura complessa di Endocrinologia, Diabetologia, Dietetica e Nutrizione Clinica di Asst Lariana. La dottoressa è coordinatore della Commissione nazionale Diabete dell’Associazione Medici Endocrinologici oltre ad essere stata per sei anni nel Consiglio direttivo llombardo della Società Italiana di Diabetologia e aver partecipato alla stesura di linee guida per l’Istituto Superiore di Sanità.

Dottoressa i farmaci di ultima generazione sono sempre più utili nel controllo del diabete, recentemente si sente parlare dei benefici del tirzepatide. Di che cosa si tratta?

Tirzepatide è una nuova molecola, capostipite di una nuova classe di farmaci, un’unica proteina in grado di legarsi ai recettori di due ormoni prodotti nel nostro intestino, Gip e Glp1 che hanno importanti azioni. Tirzepatide mima l’azione di questi ormoni, malfunzionanti nel paziente con Dm2, e regola in modo fisiologico la secrezione di insulina. Ha un’emivita di circa 5 giorni al contrario degli ormoni nativi che durano pochi minuti.

A chi si prescrive questo farmaco?

È indicato per il trattamento di adulti con Dm2, in Italia non è ancora disponibile e per non creare aspettative non farei ipotesi su quando lo sarà.

Come avviene la somministrazione?

Questa molecola deve essere iniettata una sola volta a settimana per via sottocutanea nell’addome, nella coscia o nella parte superiore del braccio. La dose può essere somministrata in qualsiasi momento della giornata, necessita di titolazione, la dose terapeutica finale viene decisa dal medico sulla base della risposta terapeutica.

Esistono delle controindicazioni?

Come per tutti i farmaci, esse sono ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, deve essere usato con cautela in pazienti con una storia di pancreatite e in pazienti affetti da patologia gastrointestinale severa. Non ci sono dati disponibili in soggetti con età inferiore a 18 anni.

Che differenza c’è tra questo farmaco e semaglutide?

Tirzepatide appartiene a una nuova classe di farmaci attivi sia sui recettori per il Glp 1 che il Gip, ha dimostrato grandissima efficacia nel controllo glicemico, nella riduzione della glicata e del peso corporeo, con percentuali mai raggiunte in precedenza, ha effetti favorevoli sulla pressione arteriosa e sul profilo lipidico. Semaglutide è attivo solo sui recettori del Glp 1, è già in uso nel mondo e in Italia con successo da vari anni nel trattamento del Dm2, sia in forma iniettiva mono-settimanale che orale quotidiana.

Altre proprietà del Semaglutide?

Semaglutide ha dimostrato ottima efficacia nella riduzione della glicemia, della variabilità glicemica, della glicata, della pressione arteriosa, del profilo lipidico e del peso corporeo, tanto che si attende l’immissione in commercio in Italia a dosaggi più elevati anche per il trattamento dell’eccesso ponderale. Ha dimostrato di ridurre in modo significativo gli eventi cardio-vascolari sia nella popolazione con Dm2 che nella popolazione con obesità. Recente la comunicazione di buona efficacia sulla riduzione della progressione della malattia renale nelle persone con Dm2

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Oltre a questi due farmaci quali sono oggi le altre nuove frontiere?

Sono recenti le dimostrazioni della riduzione della mortalità per tutte le cause, della riduzione della mortalità cardiovascolare e dell’insorgenza e progressione della malattia renale ottenute con alcune molecole della classe degli iSglt 2 nelle persone con diabete. Ancora più straordinaria la constatazione, proveniente da studi clinici, per due molecole appartenenti alla classe degli iSglt 2, empagliflozin e dapagliflozin, dell’efficacia nel trattamento dello scompenso cardiaco e della malattia renale anche nelle persone senza diabete.

Risultati molto incoraggianti?

Si e non si possono tralasciare i risultati raggiunti dagli analoghi del Glp1 sulla riduzione della progressione dell’aterosclerosi e sulla riduzione della mortalità cardiovascolare o l’impiego nella malattia renale avanzata di iSglt 2 e aGlp 1, o l’impiego in alcune persone con Dm 2 in dialisi di molecole della classe degli iDppiv liberandoli dall’insulina.

Cosa ci riserva il domani?

Nuove molecole, sempre più efficaci, sicure e facili da assumere. È dietro l’angolo Icodec, una insulina basale, per ora per le persone con Dm2, a somministrazione monosettimanale. E non dimentichiamo la tecnologia che consente di monitorare al domicilio il paziente.

Quali sono i possibili danni per l’organismo se non si controlla la malattia?

Un diabete mal controllato porta a complicanze acute, ipoglicemie o iperglicemie gravi, che possono portare a danni permanenti o alla morte e che richiedono interventi rapidi. L’eccesso di zucchero non è solo nel sangue ma diffonde in tutto l’organismo, interferisce con tutte le attività, determinando alterazioni nelle proteine. La ripercussione è una sorta di iper infiammazione dell’organismo che si manifesta nel malfunzionamento dell’endotelio, la membrana che riveste i nostri vasi, con insorgenza precoce e rapida progressione dell’aterosclerosi, e macroscopicamente nel malfunzionamento di cuore, rene, occhi, grandi vasi con lo sviluppo di infarti, ictus, malattia renale cronica fino alla dialisi e la trapianto, cecità, ulcere e infezioni degli arti inferiori fino all’amputazione.

Obesità e diabete spesso sono comorbidità, quanto è importante anche ridurre il peso corporeo?

Circa i due terzi delle persone con Dm2 sono anche sovrappeso o obese. Trattare la patologia obesità è una necessità per non incorrere nello sviluppo e nella progressione di altre patologie come il Dm2. Come medici dobbiamo affrontare anche l’obesità per garantire qualità di vita ai pazienti. Occorrono programmi educativi volti alla prevenzione e quando necessario bisogna intervenire precocemente, oltre che con programmi alimentari e fisici, con farmaci sicuri e approvati. E quando la persona con Dm2 è sovrappeso o obeso scegliere farmaci che riducano anche il peso corporeo. Ridurre il peso corporeo del 15% in persone con Dm2 e obesità porta a un miglioramento del compenso glucidico ma in alcuni anche alla remissione del diabete.

Si è dibattuto molto, in particolare su semaglutide, utilizzato impropriamente per perdere pochi chili. Ci può aiutare a fare chiarezza?

Semaglutide utilizzato per l’obesità a dosaggi maggiori che nel Dm2, non in commercio in Italia, è approvato per l’impiego in persone con caratteristiche ben precise, come indicato da Aifa. In tali persone è stato studiato e impiegato dimostrando efficacia e sicurezza, qualsiasi impiego in popolazioni diverse da quelle inserite negli studi è da sconsigliare. L’impiego è sempre in associazione a dieta ipocalorica ed esercizio, utilizzare un farmaco per proseguire con uno stile di vita non sano non determina i vantaggi attesi e può anzi essere controproducente. La prescrizione di semaglutide è medica, nessun’altra figura professionale è abilitata alla prescrizione.

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