Gli antibiotici non sempre servono. Anzi, è importante non abusarne

L’approfondimento Nel caso di sintomi è bene rivolgersi al pediatra seguendone le indicazioni. Al Pronto soccorso soltanto se il bambino presenta respiro affannoso e difficoltà a deglutire

«In caso di sintomi è bene rivolgersi al proprio pediatra per avere consigli e programmare sulla base delle sue indicazioni una valutazione clinica – dice la pediatra di Asst Lariana, Luisa Abbagnato -. Le terapie hanno l’obiettivo di alleviare i sintomi. Per la febbre si possono utilizzare antipiretici per l’età pediatrica come paracetamolo, sin dall’epoca neonatale, o Ibuprofene indicato dai tre mesi di vita, rispettando il dosaggio previsto in base al peso e all’età del bambino. In caso di naso ostruito dalle secrezioni praticare lavaggi nasali con soluzione fisiologica. Garantire una adeguata idratazione stimolando il bambino a bere frequentemente a piccoli sorsi e controllare l’alimentazione».

Trattandosi di forme prevalentemente virali non servono gli antibiotici, che invece vanno riservati ai casi in cui l’infezione virale si complica con una sovrainfezione batterica (sinusiti, otiti o polmoniti). «Purtroppo in Italia il consumo di antibiotici risulta essere molto elevato – evidenzia il medico – e questo fenomeno riguarda anche l’età pediatrica». Fondamentale sensibilizzare i genitori che devono avere un atteggiamento sinergico con i pediatri a cui spetta l’appropriatezza della prescrizione. L’invito è così a mamme e papà a non utilizzare l’antibiotico che magari hanno già nel cassetto alla prima comparsa di febbre e a non ridurre il numero delle dosi o la durata del trattamento indicato dal pediatra quando i sintomi migliorano.

L’assenza di febbre, inoltre, non sempre indica la completa guarigione. «Ci sono altri elementi da considerare – dice - la persistenza della tosse, il malessere generale, la disappetenza, la stanchezza devono far prevalere il buon senso e quindi aspettare ancora qualche giorno prima di mandare il bambino all’asilo o a scuola». Le infezioni delle vie aeree, anche se lievi, richiedono dai cinque ai sette giorni per risolversi. Nel caso di bambini particolarmente cagionevoli, con infezioni ricorrenti, i tempi di convalescenza devono essere necessariamente più lunghi. Se poi il bimbo ha dei fattori rischio per sviluppare infezioni più severe (allergie, difetti del sistema immunitario, altre patologie predisponenti) è fondamentale il consulto con il pediatra di famiglia prima di riprendere la scuola.

Quando è il caso di andare in pronto soccorso? «Se il bambino presenta respiro frequente o affannoso, anche in assenza di febbre – precisa Abbagnato - difficoltà a deglutire con espulsione della saliva dalla bocca, alterazione del colore delle labbra (cianosi) e/o pallore del viso, stato di agitazione oppure sonnolenza, impossibilità nell’alimentarsi e/o presenza di vomito al pasto o con tosse. In tali casi è verosimile che non si tratti più solo di una forma che interessa le alte vie aeree, ma che coinvolga nei più piccoli anche le vie aree più basse come i bronchioli o i polmoni».

«La prevenzione è costituita da due linee di azione – conclude - La prima consiste nel cercare di evitare l’incontro dell’agente virale con il bambino. Quindi evitare i luoghi affollati, arieggiare gli ambienti, utilizzare la mascherina se si hanno sintomi respiratori, evitare di portare i bimbi ammalati all’asilo, lavarsi o igienizzarsi le mani frequentemente. Importante non esporre il bambino al fumo passivo. La seconda linea d’azione è costituita dall’immunizzazione con le vaccinazioni».

Per il virus Sinciziale non esiste un vaccino, ma nei bambini a maggior rischio esiste la possibilità di somministrare l’anticorpo monoclonale Palivizumab. La vaccinazione per l’Influenza, invece, è raccomandata alle donne in gravidanza e a tutta la popolazione pediatrica di età compresa tra sei mesi e sei anni, ai bambini fragili di ogni età (a partire dai 6 mesi). Sarà il pediatra a indicare la modalità vaccinale più opportuna per il singolo bambino. Per quanto riguarda il Covid19, l’indicazione alla vaccinazione riguarda i bambini fragili, dai sei mesi in su, con patologie croniche. La vaccinazione anti-influenzale e Covid19 è inoltre raccomandata ai conviventi delle persone fragili e agli operatori sanitari.

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