I pericoli dell’Helicobacter, un batterio molto diffuso

Sintomi e cura Spesso la sua trasmissione avviene nella prima infanzia - Le infiammazioni che provoca sono un fattore di rischio per alcuni tumori

L’Helicobacter Pylori è un batterio molto diffuso in Italia. In alcuni casi può dare luogo a sintomi anche importanti come gastriti e ulcere. Non è raro che la diagnosi sia tardiva in quanto spesso i sintomi iniziali possono essere confusi con quelli di altre patologie gastrointestinali.

«La sua trasmissione generalmente avviene per contatto oro fecale – spiega Cristina Ogliari, Gastroenterologa dell’Istituto Clinico San Siro e dell’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio – spesso la trasmissione avviene nella primissima infanzia con il contatto tra madre e figlio durante lo svezzamento e quindi con il passaggio del cibo. Esistono, infatti, delle sacche di raccolta dell’Helicobacter sia nelle aree gengivali che parodontali».

Come detto, nella maggior parte dei casi le persone convivono con questo batterio per anni senza nessun problema, esistono però delle situazioni in cui, soprattutto per uno squilibrio immunitario, possono verificarsi degli stati infiammatori anche seri. Tra i sintomi principali ci sono bruciore allo stomaco, dolore addominale, nausea, perdita di appetito, gonfiore addominale e vomito. I sintomi spesso vengono sottovalutati o attributi a altre problematiche gastriche, quindi, non è raro che la diagnosi sia tardiva.

«Le conseguenze possono essere stati infiammatori che possono portare a ulcera – prosegue la specialista – e, in pazienti geneticamente predisposti, possono essere un fattore di rischio per lo sviluppo del tumore dello stomaco». La ricerca dell’Helicobacter Pylori avviene quando sono presenti sintomi, oppure, occasionalmente durante l’esecuzione di indagini come la gastroscopia che prevede delle biopsie diagnostiche a livello dello stomaco. La diagnosi si effettua mediante il test del respiro all’urea, conosciuto anche come breath test, oppure con il test dell’antigene fecale o, come detto, mediante l’analisi dei campioni bioptici endoscopici.

«Per molti anni si è dibattuto – precisa Ogliari - sulla necessità di fare o meno una terapia eradicante per l’Helicobacter Pylori. La consapevolezza che le infiammazioni causate da questo batterio sono un fattore di rischio per il tumore del tumore dello stomaco e che il rischio aumenta in caso di cofattori come il fumo, l’alcol e gli inquinamenti ambientali, oggi si propende per l’eradicazione».

La terapia è antibiotica. «Esistono diversi schemi terapeutici – dice ancora la specialista – che nel tempo si sono differenziati anche in base alle resistenze antibiotiche che l’Helicobacter ha sviluppato nel corso degli anni. Attualmente le linee guida indicano come trattamento un unico farmaco che comprende quattro tipologie di antibiotici e probiotici, in alternativa possono essere prescritte terapie sequenziali.

La terapia eradicante, se fatta correttamente, ha una durata 10 giorni e ha un’efficacia del 99% dei casi». La verifica dell’eliminazione dell’infezioni avviene mediante un breath test o la ricerca dell’antigene fecale. Questi test di controllo possono essere eseguiti dopo 30 giorni dal termine della terapia antibiotica.

Per quanto riguarda la prevenzione, essendo un batterio che si trasmette per via oro fecale, è fondamentale seguire le comuni regole igienico comportamentali e quindi lavarsi bene le mani, mangiare cibi adeguatamente cucinati e bere acqua non contaminata.

La presenza dell’Helicobacter Pylori, come confermato anche dalla specialista, porta spesso a attribuire a questo batterio una serie di sintomi che però non sono ad esso correlati. «Spesso all’Helicobacter – precisa Ogliari - vengono attribuite sintomatologie che però sono riferibili altri quadri clinici. Non è raro che a una persona a cui viene riscontrata una positività a questo batterio, vengano poi associate situazione che nulla centrano come orticarie, cefalee e anemie. Si tratta di sintomi che meritano indagini più approfondite in quanto, come detto, non sono manifestazioni di infezione da Helicobacter».

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