Il vaiolo delle scimmie, un nemico nuovo e pericoloso

Sapere e prevenire Aumentano i casi in Italia, trecento quelli lombardi. Il virologo Pregliasco: «L’espansione della malattia dipende da noi»

Vaiolo delle scimmie, l’informazione è la prima forma di prevenzione. Aumentano i casi tracciati, circa 700 in Italia e 300 in Lombardia, sei i contagi nel Comasco registrati ad inizio mese. Bisogna fare attenzione ai contatti stretti.

«Siamo tra le prime dieci nazioni al mondo per diffusione – spiega Fabrizio Pregliasco, noto virologo lombardo – non bisogna creare allarmismo, ma parlarne, fare chiarezza e informare. Soprattutto perché la malattia si espande in ragione dei comportamenti delle persone, dunque è sufficiente evitare le situazioni a rischio. I morsi degli animali sono un pericolo solo nelle nazioni dove il quadro è endemico, per esempio in Africa, ma non qui. Il “droplet”, la nuvoletta del nostro respiro, che pure è un possibile veicolo è scarsamente efficacie nel caso del vaiolo, non è come per il Covid. L’elemento principale è il contatto stretto, toccare le vescicole infette dei soggetti malati. Quindi gli atti sessuali sono determinanti. Infatti la fascia maggiormente colpita è quella tra i 30 e i 39 anni, succede quasi solo tra uomini».

Febbre e linfonodi

Dormire nelle stesse lenzuola significa con ogni probabilità contrarre il virus. Non sempre la malattia però è facilmente riconoscibile. Nella forma più vistosa oltre alla febbre e all’ingrossamento dei linfonodi si formano delle vescicolette antipatiche sul volto, sul tronco e sui palmi. A volte però le manifestazioni sono banali.

«Chi ha ricevuto prima degli anni Settanta il vaccino contro il vaiolo umano – dice Pregliasco – ha una protezione residua anche contro il vaiolo delle scimmie. Inoltre contro questa nuova forma è stato già costruito un ulteriore vaccino. Le prime 2mila dosi distribuite in Lombardia sono state prenotate, prioritariamente per i soggetti a rischio e i sanitari. Ma non ha senso nella lotta a questa malattia una vaccinazione che sia universale, come per il Covid. E’ molto più importante fare leva sull’informazione e sulla responsabilità. Anche per far emergere i casi non noti e tracciare i contatti. Dobbiamo, in senso positivo, preoccuparci». Soprattutto in questa fase iniziale di espansione dei contagi. A proposito di allarmismo occorre sottolineare come pochissimi contagiati finiscono in ospedale, due i casi a livello regionale.

Con meno di 45 anni

Quanto alla vaccinazione le prenotazioni sono state aperte tramite portale (prenotasalute.regione.lombardia.it). Le somministrazioni sono attive in alcuni centri ospedalieri, per esempio a Varese o al San Gerardo di Monza. Considerata l’elevata adesione alla prenotazione, ha spiegato l’assessorato regionale al Welfare, è stata data disposizione per richiedere la fornitura di ulteriori dosi di vaccino al Ministero della Salute. Prima della vaccinazione un medico effettua l’anamnesi per verificare la presenza di controindicazioni e la rispondenza ai requisiti definiti dal Ministero della Salute per la vaccinazione, in base alle dichiarazioni del soggetto. L’offerta è infatti indirizzata al personale sanitario di laboratorio con possibile esposizione diretta al virus e a persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini e che hanno avuto comportamenti sessuali a rischio. Avere già ricevuto una vaccinazione di vaiolo è condizione di esclusione. Indicativamente sono da accettare solo vaccinandi con meno di 45 anni.

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