L’alcol? Sì, è cancerogeno ed è associato a 200 malattie

Dai tumori agli incidenti stradali: si calcola che in Italia le morti legate all’abuso di alcolici siano un milione all’anno. L’epatologa Invernizzi: «Sul vino troppa disinformazione. Facciamo chiarezza, a partire da ciò che dice la scienza»

I danni alla salute legati al consumo di alcol sono in questi giorni sotto i riflettori. Da quando si è diffusa la notizia del via libera dell’Unione Europea a una norma irlandese che prevede un’etichetta di allerta per informare dei rischi legati a alcolici e superalcolici, si è aperto il dibattito. Si tratta di messaggi simili a quelli già presenti sui pacchetti di sigarette. Una decisione che ha spaccato in due l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari.

Senza entrare nel merito di una normativa che a breve potrebbe essere introdotta è giusto però cercare di capire quali siano gli effetti reali del consumo di alcol sull’organismo. Anche perché su questo tema, c’è molta confusione. C’è chi sostiene che gli effetti del vino, ad esempio, non siano gli stessi dei superalcolici. Chi addirittura che un buon calice di rosso tutte le sere possa essere benefico per l’organismo.

Bere meno e meglio

«Sull’alcol c’è tantissima disinformazione e scarsa consapevolezza – conferma Federica Invernizzi, epatologa dell’Irccs Ospedale San Raffaele –. Si leggono notizie contrastanti e spesso prive di alcun fondamento. Ecco perché è importante fare chiarezza, partendo da ciò che dice la scienza. Oggi tutte le associazioni a livello mondiale, l’Istituto Superiore di Sanità e le fondazioni che si occupano di studiare il cancro, sono tutte d’accordo nel dire che l’alcol fa male».

Bere meno, e meglio, dovrebbe essere l’indicazione, se proprio non si vuole rinunciare agli alcolici, ma va detto che non esiste un rischio zero. «Oggi non possiamo dire che anche chi beve poco non rischia – aggiunge il medico –. Non esiste, infatti, una soglia di sicurezza, sia per quanto riguarda il rischio oncologico che per altre malattie, perché non dimentichiamo che il consumo di alcol è associato a almeno 200 patologie».

Il vino però è parte della nostra tradizione, ecco perché nelle linee guida italiane per una sana alimentazione viene indicata comunque una soglia di consumo a basso rischio. «In questi casi si parla di unità alcoliche – dice ancora l’epatologa – con una unità che corrisponde a 12 grammi di alcol puro. Quindi, tenuto conto delle dovute proporzioni, non c’è nessuna distinzione tra alcolici e superalcolici. Un’unità alcolica corrisponde così a un bicchiere di vino da 125 ml a 12°, a una lattina di birra da 330 ml a 4°, a un drink come aperitivo da 80 ml a 38° o a un bicchiere di superalcolici da 40 ml a 40°».

«L’etanolo interferisce con il normale sviluppo cerebrale fino ai 25 anni»

Le indicazioni di consumo a basso rischio diffuse dal Ministero della Salute sono quindi di due unità alcoliche al giorno per gli uomini tra i 18 e i 65 anni, una unità alcolica al giorno per le donne tra i 18 e i 65 anni, una unità alcolica per tutte le persone sopra i 65 anni e zero unità di alcol al di sotto dei 18 anni e in gravidanza. «L’astensione dal consumo di alcol – precisa la specialista – è indicata anche per le persone che hanno malattie metaboliche, epatiche e cardiovascolari. Per quanto riguarda la gravidanza purtroppo ancora oggi molte persone non conoscono la “sindrome fetale alcolica” e cioè disabilità permanenti di tipo fisico, mentale e comportamentale con implicazioni a lungo termine provocate sul feto dall’alcol gestazionale. La soglia dei 18 anni ha come razionale il fatto che l’etanolo interferisce con il normale sviluppo cerebrale fino ai 25 anni. In ultimo non dimentichiamo che prima di mettersi alla guida di qualsiasi veicolo bisogna astenersi dal consumo di alcol».

Altro aspetto da considerare è che ogni unità alcolica apporta circa 70 calorie. «Si tratta però di calorie vuote- aggiunge Invernizzi – e quindi si parla di un alto tasso di zuccheri che però non hanno alcun valore nutrizionale. E in un Paese come il nostro dove il tasso di obesità è in costante crescita si tratta di un aspetto da considerare».

I tempi di assorbimento degli alcolici

Ma cosa succede al nostro organismo quando beviamo alcolici? «Bisogna tenere presente che anche la modalità in cui si beve – dice ancora il medico – influisce sull’assorbimento. È più rapido, ad esempio, se si beve a stomaco vuoto o se ne bevono grossi volumi. È più lento, invece, se viene assunto in maniera graduale. In termini generali però l’alcol viene assorbito a livello gastro enterico (stomaco e intestino tenue) e, attraverso il sangue, raggiunge il fegato che è l’organo deputato alla metabolizzazione attraverso processi enzimatici. I prodotti derivanti da questi processi vengono nuovamente riversati nel sangue per venire eliminati». Ecco perché, come sottolinea la dottoressa, spesso il danno da sovraccarico è proprio a livello epatico ma può interessare anche gli altri organi come il cuore, i vasi sanguinei e il cervello, quindi la tossicità può essere multiorgano.

«L’alcol è una sostanza oncogena – aggiunge l’epatologa – in quanto da tanto tempo sappiamo che può causare cancro, con almeno quattro diversi livelli di patogenesi, per cui è veramente un cancerogeno a tutti gli effetti. L’aumento di rischio di cancro, inoltre, non è solo a livello epatico ma per tutto il tratto gastro enterico e orofaringeo, così come a livello ginecologico e mammario».

«Sfatato il mito degli effetti benefici del consumo alcolico a livello cardiovascolare. È vero, ad esempio, che nel vino è contenuto il resveratrolo, che è una sostanza benefica, ma le concentrazioni sono talmente basse da non poter apportare alcun beneficio»

Nonostante il vino contenga alcune sostanze che per anni sono state definite benefiche, oggi gli studi sembrano dimostrare il contrario. «Pubblicazioni su riviste molto autorevoli come Lancet – spiega - hanno sfatato il mito degli effetti benefici del consumo alcolico a livello cardiovascolare. È vero, ad esempio, che nel vino è contenuto il resveratrolo, che è una sostanza benefica, ma le concentrazioni sono talmente basse da non poter apportare alcun beneficio».

Il consumo di alcolici, come sottolinea la specialista, ha anche degli effetti sulla società. «Pensiamo agli atti violenti – prosegue – o gli incidenti stradali. Certi comportamenti non hanno un effetto solo su chi esagera con l’alcol, ma anche sugli altri. Per non parlare poi del fatto che oggi, soprattutto tra i ragazzi, c’è un disagio sociale molto forte che li porta a credere che se non abbondano con gli alcolici non saranno accettati dai coetanei».

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità ogni anno sono circa un milione le morti legate all’alcol. Si parla di 2500 decessi al giorno di cui uno su quattro è un giovane che ha causato o subito un incidente stradale legato all’abuso di alcolici. L’alcol, inoltre, è la prima causa di malattie e disabilità tra i giovani maschi di età compresa tra i 18 e i 28 anni. «I dati relativi al consumo tra le ragazze in età adolescenziale – conclude Invernizzi – è allarmante, infatti, la prevalenza di consumatori a rischio di sesso maschile è superiore a quella delle donne per tutte le fasce di età ad eccezione dei minorenni».

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