Le zecche sono pericolose: possono trasmettere l’encefalite

L’altro nemico Piccole come la testa di uno spillo ma molto nocive. Tra i loro ambienti preferiti i pascoli e le zone vicine ai ricoveri di animali

Possono essere piccole come la testa di uno spillo ma allo stesso tempo rivelarsi molto nocive per la nostra salute. Le zecche possono essere, infatti, agenti di trasmissione di malattie e tra queste l’encefalite e malattia di Lyme. Importante prestare la massima attenzione durante escursioni all’aria aperta e soprattutto rimuoverle dalla cute immediatamente.

«La zecca ancora oggi viene sottovalutata da molte persone e di conseguenza il suo morso – conferma Saverio Chiaravalle – che può essere veicolo di malattie che, se non trattate precocemente, possono avere conseguenze anche serie». Questi piccoli parassiti sono diffusi in tutto il mondo e se ne conoscono circa 900 specie, in Italia ne sono note 36. L’habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze ambientali che dipendono dalla specie. La zecca dei boschi prospera in presenza di clima fresco e umido mentre la zecca del cane frequenta maggiormente zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La presenza delle zecche dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio. Per questo, luoghi come stalle, ricoveri di animali e pascoli sono tra i loro ambienti preferiti.

Tra le malattie trasmesse da morso di zecca, come detto, c’è l’encefalite che può essere molto pericolosa. Il virus, nella fase avanzata della malattia, colpisce il sistema nervoso. I sintomi di solito si manifestano entro quattro settimane dal morso con febbre, stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e nausea. È necessario il ricovero in ospedale. Il virus viene trasmesso attraverso animali selvatici, come i caprioli, ma anche ovini e animali domestici, in particolare i cani. Le zecche, inoltre, possono raggiungere lunghe distanze, attaccando gli uccelli che poi le trasportano con loro durante le migrazioni.

Anche la malattia di Lyme è trasmessa dalla zecca. I sintomi compaiono di solito entro 30 giorni dal morso con rush cutaneo rossastro a forma di anello attorno alla sede del morso e sintomi simil-influenzali come febbre, stanchezza, mal di testa. Se non trattata, la malattia può arrivare a colpire il cuore, le articolazioni e il sistema nervoso.

«La cosa importante da fare – sottolinea Chiaravalle – è rimuovere la zecca e di rivolgersi al proprio medico curante per iniziare immediatamente una terapia antibiotica che serve a prevenire l’insorgenza delle complicanze già citate. La zecca va rimossa con una pinzetta assicurandosi di aver eliminato anche rostro, cioè la testa, perché potrebbe essere causa di granulomi». Mai usare alcol, benzina, olio o altre soluzioni per uccidere o addormentare la zecca e facilitare la sua rimozione. «Il rischio – sottolinea il medico -è che la zecca rilasci ulteriormente sostanze tossiche, quindi, è come mettere benzina sul fuoco».

Altri insetti tipici dell’estate sono i ragni. Nel comasco fortunatamente non esistono specie particolarmente pericolose ma è sempre importante fare attenzione sia per il rischio di reazione allergica che per il fatto che il morso di ragno può comportare una necrosi della pelle.

«Tra i ragni più temuti nelle nostre zone – dice Chiaravalle – anche se è piccolo e apparentemente innocuo, c’è il ragno violino. Il suo morso può comportare la morte delle cellule epiteliali e possono essere necessarie lunghe terapie e lunghi tempi di guarigione».

A seguito del morso di questo ragno bisogna rivolgersi al medico e anche in questo caso iniziare immediatamente una terapia antibiotica. «In termini di prevenzione – conclude lo specialista – bisogna sapere che l’habitat preferito di questo ragno sono indumenti non utilizzati per lungo tempo. Non è raro che arrivino in pronto soccorso persone morse da un ragno violino che si era annidato in delle scarpe che non si indossavano da tempo, o in dei cappelli o nel casco della motocicletta che spesso viene lasciato in garage o in cantina».

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