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Mercoledì 05 Ottobre 2022
Parlare, ascoltare, capire: l’afasia può toglierci tutto
Intervista È un disturbo del linguaggio, la perdita parziale o completa della capacità di esprimersi spesso dopo un ictus. Il neurologo Giampiero Grampa: «Oggi si può curare: si allarga la finestra dei pazienti che possiamo trattare»
In occasione della giornata mondiale dell’afasia, che cade il 15 di ottobre, Alice Onlus intende accendere i riflettori su questo grave disturbo. Una difficoltà del linguaggio spesso conseguenza dell’ictus, contro cui da anni si batte l’associazione comasca.
“L’afasia ti lascia senza parole” è lo slogan della giornata, il colore viola e la piantina di erica i simboli scelti. Ma il cuore dell’iniziativa è la divulgazione, informare e sensibilizzare i cittadini.
Dunque, dottor Giampiero Grampa, primario della Neurologia dell’Asst Lariana: che cos’è l’afasia?
È un disturbo del linguaggio, la perdita parziale o completa della capacità di esprimersi e di comprendere parole verbali e scritte. Il problema nasce da un danno alle aree del cervello deputate al linguaggio.
Ovvero quali?
Può venire danneggiata l’area temporale di sinistra, che si occupa della comprensione del linguaggio, ma anche l’area frontale sinistra, che serve invece alla produzione del linguaggio. Il linguaggio, si evince, è una funzione tipica dell’emisfero sinistro del cervello.
E se vengono colpite entrambe le aree?
A seconda del danno cerebrale esistono diversi tipi di afasia. L’afasia può tradursi in una non comprensione del linguaggio, con una grande fatica a recepire gli altri. La persona di fatto riesce a esprimersi, ma non riesce a comprendere il prossimo. Al contrario l’afasia può anche manifestarsi come una difficoltà nell’espressione, pur conservando la capacità di comprensione del linguaggio. Quest’ultima è detta afasia motoria. La verità è che in ambito clinico i disturbi più spesso emergono insieme. Perché il danno cerebrale tocca più aree. Dunque le difficoltà, d’espressione e di comprensione, si mescolano, si completano. Isolando i pazienti.
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