Quei batteri figli del caldo: «Attenzione ai vibrioni»

Luigi Pusterla, primario di Malattie Infettive, e l’allarme del Centro europeo per il controllo delle malattie: «Correlazione allarmante tra l’aumento delle temperature e la diffusione della resistenza agli antimicrobici»

Como

Nelle ultime settimane l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha spiegato che l’innalzamento delle temperature marine sta causando un aumento delle infezioni da Vibrio. Abbiamo chiesto a Luigi Pusterla, primario delle Malattie Infettive di Asst Lariana, di aiutarci a comprendere cosa sono questi batteri e se, i cambiamenti climatici, possono davvero contribuire a un aumento di infezioni.

Dottore l’Ecdc ha lanciato l’allarme vibriosi, cosa ci può dire?

Sì, l’avviso evidenzia il rischio stagionale di infezione da Vibrio, ma va detto però che non è una cosa di questi giorni, ma già segnalata negli scorsi anni.

Come mai questa allerta?

I vibrioni prosperano nelle acque costiere salmastre, dove l’acqua dolce e quella salata si mescolano, soprattutto in presenza di temperature elevate e salinità più bassa, condizioni che stanno diventando sempre più comuni in Europa. Il Mar Baltico è un punto caldo noto per la sua concentrazione salina naturalmente più bassa, ma la minaccia si sta espandendo. Per l’aumento delle temperature superficiali del mare in Europa, l’idoneità ambientale per le specie di Vibrio potrebbe essere elevata durante la stagione estiva, anche in altre regioni costiere. Le piogge intense più frequenti potrebbero creare nuove aree a rischio dove grandi quantità di acqua dolce finiscono in mare.

Ci sono persone più a rischio di infezione con esiti gravi?

Gli individui con un sistema immunitario indebolito o con patologie epatiche croniche sono particolarmente vulnerabili. Un recente articolo ha sottolineato questo cambiamento demografico e, con una popolazione globale che invecchia e che presenta crescenti comorbidità croniche, in particolare malattie del fegato, sarà sempre più soggetta a infezioni più gravi. I dati dei CDC statunitensi suggeriscono che le persone affette da malattie epatiche hanno 80 volte più probabilità di ammalarsi e 200 volte più probabilità di morire a causa di un’infezione da Vibrio vulnificus (detto batterio mangiacarne) dopo aver mangiato ostriche crude rispetto a quelle senza malattie epatiche.

Ma anche in Europa dobbiamo preoccuparci? E si tratta solo di alimenti o il rischio è anche per acque contaminate?

«Il problema non va sottovalutato e c’è il rischio anche se ci si immerge nelle acque contaminate. Le infezioni da Vibrio sono probabilmente sottosegnalate in tutta l’Ue e in molti Paesi non esiste una sorveglianza obbligatoria e la consapevolezza clinica di queste infezioni potrebbe essere relativamente bassa. L’Ecdc sta lanciando un sistema di sorveglianza volontario a livello europeo.

Come riconoscere i sintomi?

A prima vista queste infezioni sono simili alle infezioni gastrointestinali che si presentano in estate. La clinica ci guida se si tratta di un caso che può essere gestito a casa o se deve essere inviato in ospedale perché i pazienti presentano segni di allarme, come grave disidratazione, alterazione del livello di coscienza o addome acuto. I vibrioni possono essere ingeriti attraverso il cibo o l’acqua, quindi, i sintomi gastrointestinali sono tipicamente diarrea acquosa, dolore addominale, nausea, vomito, febbre e brividi. Se i batteri del Vibrio penetrano attraverso una ferita, possono causare infezioni gravi, tra cui infezioni locali con gonfiore e febbre, necrosi e infezioni del sangue potenzialmente fatali. Se i batteri penetrano nel condotto uditivo, possono insorgere infezioni all’orecchio.

Cosa fare?

In presenza di sintomi è essenziale chiedere ai pazienti se hanno consumato di recente frutti di mare crudi o poco cotti, in particolare ostriche, e se sono entrati in contatto con acqua salmastra o salata, se hanno ferite aperte, piercing recenti o tagli. Le infezioni delle ferite non trattate possono rapidamente evolvere in condizioni gravi, soprattutto nei soggetti fragili. Questi ultimi dovrebbero essere cauti nell’ordinare frutti di mare crudi o poco cotti, soprattutto nei mesi estivi. Evitare di nuotare o di immergersi in acque salmastre o salate in presenza di ferite aperte, piercing recenti o tagli. Se l’esposizione è inevitabile, le aree interessate devono essere coperte con bende impermeabili e qualsiasi taglio o ferita esposti devono essere lavati immediatamente con acqua dolce pulita dopo il contatto accidentale con l’acqua di mare.

Qual è il trattamento in questi casi?

Per le gastroenteriti il trattamento è sintomatico, spesso l’infezione è autolimitante, ma in alcuni casi è necessaria terapia con antibiotici oltre al ripristino della volemia e reintegro degli elettroliti in caso di importante diarrea. Per le infezioni delle ferite, vengono utilizzati antibiotici, in genere la doxiciclina orale spesso con una cefalosporina di terza generazione per infezioni gravi della ferita o setticemia. I pazienti con infezione necrotizzante dei tessuti molli richiedono uno sbrigliamento/debridement chirurgico.

Ma è vero che il cambiamento climatico contribuirà all’aumento dell’antibiotico resistenza?

Si. Un recente studio ha evidenziato una correlazione allarmante tra l’aumento delle temperature globali e la diffusione della resistenza agli antimicrobici (AMR). I ricercatori hanno osservato un incremento significativo della resistenza, in particolare nei paesi a basso e medio reddito. Fattori ambientali e sociali, come l’inquinamento da particolato, il ruscellamento, l’uso eccessivo di antimicrobici e i costi sanitari diretti, sono stati associati all’aumento dell’AMR. Al contrario, una maggiore spesa sanitaria, coperture vaccinali e migliori servizi igienici sembrano contribuire a ridurre la prevalenza del fenomeno. L’ OMS stima che l’AMR sia responsabile di 1,27 milioni di decessi diretti ogni anno e contribuisca a circa 5 milioni di morti globali.

Con l’estate sappiamo che il rischio infezioni alimentari è più alto, stiamo raggiungendo punte di calore molto importanti, bisogna fare ancora più attenzione?

L’arrivo dell’estate e l’aumento delle temperature superficiali del mare, come detto, aumenta rischio. Le specie di vibrione sono spesso rilevate durante l’estate nel Mar Baltico, ma i batteri sono stati trovati anche in altri luoghi, tra cui il Mare del Nord e vari siti di balneazione chiusi o di estuario e, con l’aumento delle temperature della superficie del mare in tutta Europa. Si prevede che Vibrio si espanderà in altre aree costiere. Sebbene queste infezioni rimangano relativamente rare in Europa, un certo numero di paesi settentrionali che si affacciano sul Mar Baltico hanno registrato aumenti negli ultimi anni. Ciò è stato particolarmente evidente durante le estati con ondate di calore prolungate e temperature dell’acqua più elevate, come nel 2018 quando sono stati segnalati 445 casi, più del triplo della mediana annuale (126 casi) registrata tra il 2014 e il 2017.

C’è qualche alimento che inizia a entrare nella lista degli “sconsigliati” in estate?

Per ridurre il rischio ci sono precauzioni, come evitare di mangiare crostacei crudi o poco cotti, in particolare ostriche, e assicurarsi che i frutti di mare siano cotti accuratamente. Se ci sono ferite aperte, piercing recenti o tagli, è importante evitare di nuotare in acque salmastre o salate. Se si entra accidentalmente in contatto con l’acqua di mare mentre si hanno graffi, tagli o ferite sul corpo, è importante lavare l’area con acqua fresca e pulita.

C’è qualche batterio che osservate con attenzione e che vi preoccupa proprio per il legame con le temperature sempre più elevate?

I cambiamenti climatici stanno influenzando la distribuzione e la crescita di vari batteri, con conseguenze sulla salute e gli ecosistemi. Tra questi vi sono Vibrio spp., escherichia coli, Klebsiella pneumoniae e vari patogeni trasmessi da zecche e zanzare. Il cambiamento climatico sta anche influenzando la distribuzione geografica delle malattie infettive, portando a un aumento dei casi in aree prima non endemiche.

Un messaggio ai nostri lettori?

Per tutte le conseguenze già citate, legate al cambiamento climatico, dobbiamo rispettare la terra per salvare noi stessi, perché la terra in ogni caso è in grado di sopravvivere in condizioni impossibili per il genere umano.

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