«Tumori e nuove terapie: cresce l’aspettativa di vita»

Intervista L’oncologo Giordano Beretta: «Dall’immunoterapia ai farmaci a bersaglio molecolare, progressi importanti. Alcune forme si curano, altre si cronicizzano e si controllano. Resta il problema del pancreas e dei polmoni»

Dopo due difficili anni e mezzo l’oncologia sta cercando di riallineare tempi e attese. Ma grazie alla ricerca, al diritto alla cura garantito dal nostro sistema sanitario, alle terapie sempre più innovative e all’impegno dei medici nel nostro Paese il 60% dei pazienti oncologici è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Possiamo cronicizzare e monitorare molti tipi di cancro, possiamo convivere con questo spaventoso male.

Giordano Beretta, oncologo già presidente della Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), a che punto siamo nella lotta ai tumori?

Io credo che l’oncologia italiana sia una delle migliori al mondo, per la ricerca e i risultati terapeutici. Certo per due anni e mezzo di pandemia i programmi di screening sono stati rallentati o, peggio, sono rimasti fermi e dunque ci sono state molte diagnosi tardive. Ma stiamo ripartendo, speravamo di farlo in maniera più rapida, ma ripeto, stiamo ripartendo.

Addirittura i migliori al mondo?

Parliamo spesso male del nostro sistema sanitario nazionale. Ma ci dimentichiamo con troppa facilità che il nostro sistema garantisce a tutti delle cure gratuite. A volte l’ok all’uso di determinati farmaci è lento per via delle necessarie autorizzazioni, possono dunque esserci delle contrattazioni con le aziende più complicate, ma è così perché tutti possono accedere a questi trattamenti. Altrove i farmaci vengono dispensati ai pazienti che pagano un’assicurazione privata. È una differenza cruciale.

La mortalità è in calo?

È più corretto parlare di sopravvivenza. Il dato che storicamente usiamo come parametro di riferimento è il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi. Questo numero è sicuramente in aumento, dunque la speranza di vita cresce. Poi, è chiaro, dipende dalle patologie. Per alcune abbiamo dei benefici ottimali, per altre invece purtroppo pochissimi risultati.

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