Chi è per i comaschi il responsabile della crisi di governo?

Sondaggio Gli esiti del sondaggio lanciato nella giornata di ieri sul nostro sito fotografano una visione della crisi spezzata a metà, che vede tra gli imputati al processo di colpa per la caduta del governo il M5S e Lega insieme a Forza Italia

La crisi di governo che si è consumata nel corso dell’ultima settimana è stata definita da molti osservatori “assurda”: difficile individuarne con chiarezza le cause, che in questo caso arrivano anche da molto lontano. La difficoltà di comprendere esattamente cosa sia successo nasce con ogni probabilità dal fatto che a essere caduto è un governo di “unità nazionale” e lo ha fatto molto velocemente, in una spirale di passi indietro e cadute che si è esaurita di fatto nel giro di una settimana. Il dibattito è vivo in questi giorni su tutto il territorio nazionale e la domanda che lo guida è principalmente una: di chi è la responsabilità di questa fine dell’era Draghi?

M5S alla sbarra

Per i lettori de La Provincia (hanno risposto in 560 al sondaggio lanciato nella giornata di ieri sul sito) l’opinione è spaccata a metà. La percentuale più alta (264 voti, circa il 47%) addossa la colpa ai pentastellati. Il pensiero va in questo caso alla causa scatenante della crisi, la più appariscente. Risale infatti a settimana scorsa la presa di posizione del Movimento 5 Stelle in opposizione al “decreto Aiuti”, che conteneva, tra le altre misure, anche quella che avrebbe permesso al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, di costruire un inceneritore finalizzato a ridurre il grosso problema della capitale nella gestione dei rifiuti. Una misura che il M5S ha osteggiato, considerandola superata e contraria alle direttive ambientali europee. L’inceneritore al centro della crisi è stato spesso citato col termine “termovalorizzatore”, perché la funzione per cui era progettato era quella di produrre energia tramite la combustione dei rifiuti. Il progetto del sindaco di Roma era infatti quello di utilizzare l’inceneritore per ridurre del 20% la tassa sui rifiuti nella capitale.

Lega e Forza Italia non mancano all’appello

Ma tra gli imputati ci sono anche Lega e Forza Italia, per i nostri lettori: in 227 hanno votato per addossare la responsabilità della crisi di governo ai due partiti di centrodestra. In diversi casi al partito di Matteo Salvini è stato rinfacciato di essersi comportato, fin dall’inizio del governo Draghi, come un partito d’opposizione. Un comportamento che peraltro lo stesso Mario Draghi mercoledì mattina, nel discorso rivolto al Senato, non ha mancato di sottolineare, pur senza mai citare la Lega. Lega che tuttavia si era presentata in Senato, come Forza Italia, con l’idea di continuare a sostenere il governo. Entrambi i partiti però hanno posto una chiara condizione: che il M5S ne fosse escluso. Non manca certo chi vede nelle mosse del centrodestra l’urgenza di arrivare il prima possibile alle elezioni: da qualche tempo ormai i sondaggi danno la colazione di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia al primo posto tra le preferenze degli italiani.

E Draghi?

Le scelte compiute da Draghi negli ultimi giorni, infine, sarebbero state per alcuni dei nostri lettori l’elemento che ha fatto pendere l’ago della bilancia verso il rovesciamento del governo. Non sono gli unici a pensarlo, in realtà: sui principali giornali nazionali infatti non sono mancate le interpretazioni di chi avrebbe visto nell’atteggiamento poco conciliante del presidente la volontà di far saltare fin dall’inizio le trattative di riappacificazione. Secondo altri invece, Draghi semplicemente non sarebbe stato abbastanza cauto nella gestione dei rapporti coi partiti nei giorni più roventi della crisi, come dimostrerebbe l’incontro organizzato con il segretario del Pd, Enrico Letta, nella giornata di martedì, visto dai leader di centrodestra - che hanno a loro volta ottenuto un incontro col premier martedì sera - come una mancanza di rispetto nei loro confronti.

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