Sistema Moda al Governo: «Protegga il made in Italy»

L’iniziativa La filiera del tessile abbigliamento indica le priorità e chiede sostegno. Sei i punti chiave, a partire da una richiesta di aiuto sui mercati esteri

Sistema Moda Italia ha scritto e diffuso una lettera aperta “al Governo che verrà”, forte del suo ruolo di rappresentanza del settore.

Smi è infatti la maggiore associazione di Confindustria moda e rappresenta l’intera filiera italiana del tessile e abbigliamento con 400mila addetti, 43mila imprese, oltre 53 miliardi di euro di fatturato e 10 miliardi di saldo commerciale.

Suo il compito di promuovere gli interessi del settore presso le istituzioni nazionali internazionali e, in coerenza con questo ruolo, si è rivolta al prossimo esecutivo.

Dal caro energia agli stipendi

«Tra le molte tematiche che, in questo periodo, Sistema Moda Italia sta seguendo per la tutela della filiera Tessile & Abbigliamento, abbiamo scelto di mandare un segnale forte al Governo che si sta formando - ha dichiarato Smi - riteniamo nostro compito indicare ai vertici dello scenario politico che si sta formando le urgenze più  attuali del nostro settore, così importante per l’economia nazionale».

L’intenzione del presidente della federazione del tessile e della moda italiana Sergio Tamborini è quella di portare da subito l’attenzione sulle necessità del settore, tra i più strategici del Made in Italy.

Sei i punti che si sono voluti mettere a fuoco.

Primo tra tutti il contrasto al caro energia, la necessità di riformarne in tempi rapidi il mercato slegando il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Un provvedimento che ha priorità assoluta perché si sta mettendo a rischio la sopravvivenza stessa di molte piccole medie imprese del tessile e della moda.

Si riprende poi la richiesta di una integrazione allo stipendio dei dipendenti di 100 euro esentasse e in base a una scelta volontaria delle imprese. La richiesta è stata già parzialmente accolta con il decreto Aiuti bis per quest’anno, ma si torna a chiederne l’estensione per il 2023.

C’è poi la necessità di proteggere il Made in Italy attraverso il sostegno alla partecipazione delle imprese italiane alle manifestazioni internazionali di settore e alle attività di incoming presso le fiere italiane per i buyer stranieri.

Maggiore competitività

In tema di innovazione si sottolinea come i piani Industria 4.0 e Transizione 4.0 abbiamo portato a una maggiore competitività sui mercati internazionali delle imprese italiane del settore tessile. In coerenza sono urgenti ora interventi per l’implementazione del 5G, per la tracciabilità digitale dei prodotti per la promozione del riciclo e recupero dei rifiuti tessili e per il ricorso a sistemi di AI nella catena produttiva. C’è poi il lavoro di ricerca e sviluppo nella moda che si vuole venga riconosciuto dal Mise ed equiparato alla ricerca tecnica scientifica, in modo tale che le attività di ideazione di campionari e collezioni possano rientrare nella misura del credito d’imposta prevista pe ala ricerca.

Infine serve aumentare la capacità produttiva delle confezioni su territorio nazionale, tornando a sviluppare competenze e quindi attività per la confezione dell’abbigliamento e moda: sia tratta di un’eventuale occasione di lavoro e sviluppo per le regioni del sud Italia.

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