«Verso un aumento
dei prezzi dell’edilizia
O stop ai cantieri»

La richiestaAnce Lombardia si rivolge alla Regione chiedendo un intervento rapido per evitare il blocco. Molteni: «Siamo in emergenza, serve azione urgente»

Rivedere il prezzario regionale aumentando gli importi dei materiali del 20%.

Ance Lombardia ha chiesto un intervento rapido alla Regione per evitare il blocco dei cantieri pubblici e privati a partire da quelli relativi alla manutenzione delle strade. Una revisione dei prezzi che se non messa i campo rischia di vedere andare deserte anche tutte le gare in programma.

L’associazione dei costruttori edili, sottolineando la gravità della situazione tra rincari e irreperibilità delle materie prime, ha messo sul tavolo una serie di azioni: «La proposta più importante è quella relativa alla revisione dei prezzi da subito – spiega Francesco Molteni presidente Ance Como – Regione ha chiesto al Politecnico di Milano di analizzare le voci del listino regionale per costruire i prezzi in funzione dei costi di mercato, un’azione sicuramente positiva ma che per poter essere realizzata necessita di un tempo non compatibile con quello che sta succedendo oggi».

Ance chiede una revisione urgente del prezzario regionale, lontano dai valori di mercato a causa dei repentini aumenti dei costi, riconoscendo un aumento del 20% dei prezzi di tutte le lavorazioni e attorno al 40% per quelle contenenti bitume. L’associazione di categoria chiede inoltre alle stazioni appaltanti pubbliche presenti sul territorio regionale, di adeguare i prezzi delle opere in progettazione per tener conto dei rincari, prima di indire le procedure di gara e vietare di mettere in gara progetti con costi ribassati rispetto a quelli previsti dal prezzario: «Una misura che ha un carattere emergenziale e che andando a coprire gli aumenti, farebbe sì che le prossime gare in aggiudicazione abbiano una base d’asta congrua, se si dovesse continuare ad appaltare i lavori con il preziario vigente in Regione Lombardia, è probabile che tutte le gare vadano deserte o che i lavori aggiudicati invece che partire come cantieri, inizieranno come contenziosi legali per poter sistemare i prezzi».

Il rischio è il blocco del mercato delle costruzioni con richieste di cassa integrazione e ulteriore indebitamento dello Stato. «L’aumento del 20% è legato all’emergenza non sarebbe per sempre, potrebbe essere rianalizzato tra tre mesi e variare in base alle condizioni di mercato. C’è la necessità di un’azione immediata per poter andare avanti a lavorare».

Criticità che si registrano anche per i cantieri pubblici in essere: «Si potrebbe immaginare che i Sal che devono essere redatti per i cantieri già aperti, tengano conto di questa misura compensativa: il listino aggiudicato in gara aumentato del 20%”. Tra le richieste anche una ricognizione straordinaria delle opere in fase di progettazione per valutare se le risorse stanziate sono sufficienti o se sia necessario riprogrammare gli interventi meno urgenti.

A rischio la chiusura dei cantieri stradali per i quali Ance chiede una revisione dei prezzi del 40%: «Materiali che hanno avuto incrementi maggiori e sui quali ci sono criticità enormi, se si fermano gli impianti di produzione degli asfalti è a rischio la manutenzione della rete stradale e autostradale». Il settore prima di altri ha lanciato l’allarme con imprese e impianti di produzione del conglomerato bituminoso soffocate dai continui aumenti del costo del bitume e dei prodotti energetici.

Ance chiede anche di sollecitare il Governo nel prevedere la possibilità di riequilibrio delle condizioni contrattuali dei lavori pubblici e privati, sia in termini di costi che di tempi, anche mediante proroghe nella concessione dei contributi pubblici, adottando il modello francese di revisione dei prezzi che consiste nell’aggiornamento automatico dei valori consentendo di adeguare gli importi contrattuali alla situazione di mercato.

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