Como: corsa a sindaco
tra strade e piazze

Certo, le zone 30 all’ora contenute nel piano del traffico possono essere uno splendido assist per gli slogan delle opposizioni a proposito del “cambio di passo” , mantra della giunta Lucini. Però l’idea di mettere mano a quello che, per longevità, intensità e danni collaterali, è il principale problema di Como è senz’altro un atto di coraggio.

Che i cittadini sembrano apprezzare vista la partecipazione agli incontri organizzati per illustrare il piano del traffico da parte dell’assessore Daniela Gerosa. Sui contenuti, poi si può discutere. Così come sull’opportunità di lanciare un progetto così impegnativo a otto-nove mesi dalle elezioni comunali con il rischio che, in caso di sconfitta dell’attuale maggioranza il piano finisca nel cestino della carta straccia.

Dietro la tempistica, peraltro imposta anche dalla ponderosa elaborazione, si può anche intravedere la volontà, legittima, dell’assessore Daniela Gerosa a partecipare alla corsa per il candidato sindaco del centrosinistra che sarà probabilmente scelto con le primarie. Di una candidatura della signora delle strade e della pedonalizzazione del centro si vocifera da tempo. E allora, a voler essere maliziosi, si potrebbe spiegare così anche la resistenza che una parte della coalizione sembra opporre al piano e all’opportunità di discuterlo ora. In particolare, fra coloro che esprimono perplessità sulla scelta vi sarebbe l’assessore all’urbanistica, Lorenzo Spallino, un altro “papabile” per la candidatura a sindaco del centrosinistra, anche se smentirà la volontà di correre prima ancora che questo periodo sia giunto al punto.

Però, poiché i fatti sono sotto gli occhi di tutti, è difficile non accorgersi di come lo stesso artefice di un piano di governo del territorio che dopo anni ferma il consumo di suolo in città, non manchi di sottolineare, attraverso i social network, tutto quanto realizzato: dal Pgt medesimo, al ridisegno delle piazze pedonalizzate al monumento donato da Libeskind alla città, alla conclusione del recupero dell’ex Fisac a Camerlata. Peccato per l’ex Ticosa, ammesso e non concesso che il divorzio con Multi sia del tutto negativo.

Insomma, in vista delle primarie (se si faranno) nel centrosinistra è partito un duello, anche virtuoso per la successione a Mario Lucini, magari con il tentativo di separare la propria immagine da quella generale della giunta molto appannata dal disastro del lungolago.

Due idee di città, quelle di Gerosa e Spallino entrambe valide e non del tutto incompatibili se non in campagna elettorale. Ai comaschi elettori nelle primarie del centrosinistra e alle amministrative l’ardua sentenza. Perché gli avversari, interni ed esterni alla coalizione non mancheranno. E chiunque, nel centrosinistra,ambisce a raccogliere la non comoda eredità di Lucini dovrà fare i conti con il Pd partito che, per natura, storia, struttura e tasso di autoreferenzialità fa una fatica boia a esprimere una posizione unitaria. A Roma come a Como.

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