Como: il “derby”
tra bellezza e cultura

Bellezza o cultura? Un singolare derby sembra in procinto di essere giocato a Como. Non al Sinigaglia che attende (sperem) ben altri cimenti, ma sul terreno dell’utilizzo dei proventi della tassa di soggiorno.

Barbara Minghetti, direttrice del Teatro Sociale e presidente di Aslico, operatrice culturale di indiscusso prestigio, in un’intervista a La Provincia ha proposto di destinare i quattrini lasciati da chi soggiorna a Como per iniziative culturali.

Una scelta del tutto coerente con la candidatura della nostra città a capitale italiana della cultura. Un’idea che non convince però gli albergatori lariani. Secondo il loro presidente, Roberto Cassani, infatti, la tassa andrebbe redistribuita in funzione della bellezza del territorio. Il titolare del Metropole Suisse a sostegno della sua tesi cita una recente ricerca che ha visto Como prevalere nelle preferenze dei turisti internazionali su Portofino e Assisi e competere testa a testa con la Costiera Amalfitana.

Forte di questi dati, Cassani sostiene che il jolly da utilizzare in questa sorta di giochi senza frontiere maledettamente seri sul turismo sia l’aspetto di Como più che la sue peculiarità culturali.

Forse ha ragione Cassani. Ma le sue stesse parole però inducono a una riflessione. Se è vero, come è vero che la gran parte di coloro che scelgono la nostra città come meta di soggiorni lo fanno per la sua bellezza che bisogno c’è di incentivarla? Di certo va preservata e mantenuta. Ma servono davvero i proventi della tassa di soggiorno per farlo? Quelle che deturpa di più la città, al di là di qualche sciatteria che richiede solo un po’ di buona volontà in più da parte dell’amministrazione pubblica, è il maledetto eterno cantiere del lungolago. Purtroppo, però, per sbrogliare una matassa che si è fatta ancora più intricata dopo il pur doveroso intervento dell’autorità Anticorruzione, non occorrono i proventi della tassa di soggiorno. Anzi, non servono neppure i soldi (almeno in questo momento) per far ripartire il cantiere.

La cultura, invece, al di là della contingenza con la candidatura a capitale, potrebbe davvero costituire un motivo in più per scegliere, scoprire e riscoprire Como. Perché è vero che le ricerche la mettono in gara con località che hanno fatto la propria fortuna con il paesaggio e la natura. Ma non va trascurata la solida base storica e culturale di una città che, fra l’altro, è stata una delle culle del movimento architettonico razionalista (l’ex Casa del Fascio mantiene un forte appeal internazionale), che ha visto nascere e svilupparsi i Maestri Cumacini, che conserva importanti testimonianze dell’arte romanica e last but non least sta mostrando, negli ultimi anni e grazie anche all’operato della stessa Minghetti, una vivacità culturale prima alquanto sopita. Se si volesse valorizzarlo, il patrimonio non manchrebbe di sicuro.

Insomma sia la bellezza e sia la cultura hanno le loro carte da giocarsi. Chiaro che i due testimonial, la direttrice del Sociale e il presidente degli albergatori, portino giocoforza l’acqua al proprio mulino. Ma già il fatto che si discuta in maniera propositiva su come migliorare la città è un aspetto da non trascurare. Non è detto che questo derby alla fine possa finire in pareggio. Un bel pari spettacolare con tanti gol e con tutti vincitori.

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