Evitata la crisi
i problemi restano
evitata la crisi

Gli elementi fondamentali del videomessaggio di Silvio Berlusconi sono due: da una parte l’accettazione implicita della decadenza da senatore e dall’altra la rinuncia almeno momentanea ad agitare lo spettro della crisi di governo nel caso appunto di un voto a maggioranza a favore della “riduzione” del Cavaliere, se si potesse dir così, a semplice cittadino.

Dunque, come era stato già ventilato alla vigilia, il voto notturno della Giunta contro la permanenza di Silvio Berlusconi nei ranghi senatoriali non causerà la crisi di governo. Questo sicuramente fa tirare un sospiro di sollievo ad Enrico Letta e dovrebbe riportare un po’ di calma tra gli investitori, probabilmente influendo sullo spread.

E’ chiaro che il videomessaggio aveva un tono marcatamente elettoralistico: sia per la consueta protesta contro la magistratura, sia per la contestazione del “bombardamento fiscale” cui sono sottoposti gli Italiani e contro il quale il gruppo dei ministri del PdL è chiamato a reagire. Ma il punto è che le elezioni non sono certo alle viste: come è noto Napolitano non scioglierà mai le Camere se i partiti non si decideranno a fare la riforma elettorale o quantomeno ad accordarsi sulle modifiche che potrebbero portare il “Porcellum” nell’alveo costituzionale.

Così stando le cose, mentre le finestre utili per andare a votare si chiudono una dopo l’altra, si avvicina sempre di più il momento in cui l’Italia presiederà il semestre dell’Unione Europea e certo in quel periodo non si potrà né provocare una crisi di governo né andare a votare. Dunque, un grido elettoralistico utile, dal punto di vista di Berlusconi, soprattutto alla rinascita di “Forza Italia” per il “nuovo inizio”. Altri potrebbero giudicarlo invece una semplice minestra riscaldata. Dove sia la verità lo potremo giudicare solo alla prova elettorale, quando verrà.

Tutto questo discorso porta a concludere che Enrico Letta si sia rafforzato? No di certo. Letta ha evitato per il momento di andare a sbattere sugli scogli di una crisi al buio e catastrofica sotto il profilo economico. Ma non per questo le difficoltà sono sparite, anzi: le doti di mediazione del presidente del Consiglio dovranno essere messe ancor più alla prova. E la questione dell’aumento dell’IVA, che l’Europa ci impone, che i tecnici del Tesoro non riescono ad evitare, che il PdL rifiuta in termini di principio, sarà a fine mese un autentico esame per il governo. Quando Renato Brunetta dice:”Vi assicuro io che l’aumento dell’IVA non ci sarà”, cerca di esercitare una sorta di patronage su Palazzo Chigi che naturalmente il partito democratico non può accettare, e infatti non accetta.

E’ per questa ragione, preavvertendo una rinnovata “aggressività” della rinata Forza Italia che Guglielmo Epifani ha reagito al messaggio berlusconiano con una asprezza che a prima vista può apparire sproporzionata, dal momento che la crisi di governo, tanto agitata, non verrà provocata da Arcore. E’ che il Pd deve fermare un centrodestra intenzionato a dimostrare al proprio elettorato che i principi di Forza Italia (“meno tasse per tutti”) sono tornati in auge con tutta la loro forza.

Per questo ci si può immaginare un aumento della conflittualità tra partiti alleati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA