Il treno che passa
Ma si ferma se lo chiami

Più che un treno, è un bus a chiamata. Lo vedremo passare, ma se non faremo un fischio potente, non si ferrerà.

O meglio, se non scateneremo attorno al suo binario o alla sua pensilina il meglio, comunicandolo in modo accattivante. Un concetto espresso a più riprese ieri a Villa del Grumello dal guru del turismo Josep Ejarque. Quello che riesce a coniugare il digitale e il “club di prodotto” con la “sciura Maria” (così presente nel suo linguaggio) o che è riuscito a far girare per il verso turistico giusto le Olimpiadi invernali di Torino. Adesso si trova in mano la patata bollente Expo sul fronte del turismo, ma non sembra intimorito.

Ancor meno spaventati, bensì avidi di informazioni come pure di mettersi in gioco, gli operatori comaschi. Sanno già molto, se non tutto perché quello non si può imparare mai. E fremono di fronte all’occasione che il turismo può ottenere - anche - dall’evento del 2015.

Forse è la fine delle buone notizie, perché gli albergatori e tutti coloro che lavorano in questo settore hanno già fatto tanto e sono pronti a investire con decisione. Il guaio è la cornice istituzionale, spesso carente, soprattutto quando si tratta di fare lavoro di squadra.

Un esempio tirato in ballo ripetutamente ieri è la cartina diffusa con il lago spezzato in due, per rispettare le competenze territoriali. Andate a raccontare ai turisti che da una parte c’è Como, dall’altra Lecco, come fossero due mondi. «Ma mica esiste la dogana» ha osservato Ejarque.

Dove c’è invece una dogana, è al confine con la Svizzera, naturalmente. E proprio dai vicini di casa arriva la solita lezione. L’aveva già dichiarato il consigliere di Stato ticinese Claudio Zali che un po’ di stupore c’è sempre nei nostri confronti per i nostri tempi lunghi. Ecco, gli svizzeri si sono già perfettamente organizzati, e da un po’, sul fronte turismo legato a Expo, tant’è che già hanno attirato la loro dose consistente di viaggiatori di continenti lontani. Che sono poi - Asia in testa - quelli in grado di fare la differenza numerica.

Explora sta provando a coordinare e favorire la grande offerta turistica lombarda : ieri ha voluto mandare il messaggio al comparto di Como.

Il tempo è scaduto e bisogna affrettare il passo, questo è noto. Ma si pone un ulteriore problema: se ciascuno si muove al proprio ritmo, e con un’idea in testa da tenere ben stretta, il cammino sarà approssimativo e confuso. Come probabilmente i risultati.

L’arte dell’improvvisazione fa parte del patrimonio italiano, ma forse è ora di sbarazzarsene un po’ E un altro comportamento da far scivolare via è appunto l’attitudine a marciare da soli. La crisi, con tutte le ferite che ha lasciato, può però avere il merito di aiutare a liberarci delle pessime abitudini.

Ieri gli albergatori e tutti gli operatori del turismo si sono potuti guardare negli occhi, si sono ascoltati e confrontati.

Hanno potuto assimilare i consigli di un esperto, ma tanti di loro li avevano già dentro chiari di sé, dopo anni e decenni di esperienza, dopo aver vissuto un periodo così difficile e aver quindi colto qualche segnale di ripresa, grazie agli stranieri e con lo zampino- ha sottolineato Ejarque - di Clooney.

Il bus o treno che dir si voglia, si fermerà se lo chiamiamo. E soprattutto, se lo vogliamo, ma tutti insieme.

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