Le sardine, i partiti
Brecht e Nenni

“La sardina non è un animale intelligente”, sembra udirsi da destra nella parafrasi di una beffarda canzonetta di Cochi e Renato. Chiaro che il movimento che ha riempito in questi giorni le piazze emiliane e che si propone molti bis in altre parti d’Italia non piaccia ai sovranisti e ai salviniani apertamente attaccati dai giovani e non, ammassati in una protesta ultra pacifica e stra politically correct, come lo erano, al limite dell’irritazione i tre esponenti portati a parlare in tv l’altra sera nella trasmissione de La7 “Piazza Pulita”: un ragazzo acqua e sapone, uno con problemi di disabilità e una ragazza di colore. Perfetti. Ma attenzione sardine: se la destra vi osteggia e continuerà a farlo per i vostri atteggiamenti anti sovranisti tali da innervosire Matteo Salvini, che ci ha messo un po’ a sfoggiare la sua forzata ironia con l’immagine del gatto che divora il pesciolino, sarà meglio che vi guardiate anche dalla sinistra. Avete notato che, da quando avete battuto nei numeri il capitano in quel di Bologna, dalle parti del Pd è tutto un darsi di gomito in vista delle fatali e cruciali elezioni in Emilia Romagna, un simbolo politico più che una Regione? “Dai che adesso ce la facciamo con l’aiuto di questi”, si sente nei corridoi nel Nazareno; “Vedi che alla fine mica sono tutti con Salvini”.

Questo almeno prima del verdetto della piattaforma Rousseau sulla partecipazione dei pentastellati alla competizione che è stata una doccia scozzese per gli alleati di un governo sempre più al lumicino. In ogni caso, care sardine, se l’ex re del Moijto in spiaggia pensa di spingervi in fauci feline, quelli dall’altra parte non vedono l’ora di condirvi e cucinarvi a loro modo e con vecchie ricette. Nessuno riesce a capire un concetto che è alla base della politica dove, nel bene e nel male, tutti i vuoti si sono riempiti. E voi siete andati esattamente a coprire quell’enorme buco nero di proposte che si è sempre più allargato negli ultimi tempi e ne ha visti passare tanti: dai girotondisti che abbracciavano i tribunali per far cascare giù per terra Berlusconi, agli stessi Cinque Stelle che volevano far crollare il palazzo a colpi di Vaffa e guarda come sono finiti ad arrampicarsi sugli specchi per tenere assieme il pranzo con la cena e a difendersi da una sfacciata Affittopoli. La differenza, casomai sta nella velocità supersonica con cui siete sorte, altro che sardine, questi sono pesci siluro. Senza stare a riguardare all’epoca giurassica e pre digitale della politica, in confronto a voi anche i Cinque Stelle sembrano vecchie lumache. Certo, nel vostro manifesto c’è tanta ingenuità, quella dei nonni che hanno consentito alla destra di esprimersi , fa sorridere. Ma voi come tutte le piazze spontanee, siete pre politica. Perciò pazienza. E occhio, però sardine, che il difficile arriva adesso. Già la comparsata al talk show è un pezzo di verginità che non c’è più. Se volete giocarvi la carta vincente, ascoltate tutti e decidete da soli dove volete andare e come intendete investire il vostro quarto d’ora di popolarità per farlo durare un po’ di più. Nella palude della politica italiana qualunque movimento a pelo d’acqua non può essere che guardato se non con simpatia quantomeno con indulgenza e speranza. In un’Italia che ormai, dal punto di vista della rappresentanza, va avanti con il “ma sì proviamo anche questo” è giusto dare una chance pure a voi.

Con due consapevolezze. La prima: se è sventurato, come diceva Bertolt Brecht, il paese che ha bisogno di eroi, figurati quello che deve aggrapparsi alle sardine. E poi ricordiamoci del motto di Pietro Nenni, uno dei “nonni” a cui voi fate riferimento, figura storica del socialismo italiano, che ammoniva: “Piazze piene, urne vuote”.

@angelini_f

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