Posteggi una buona

idea ma sprecata

Potrebbe essere facile ironizzare, alla luce del caos del traffico di domenica scorsa (la prima dello shopping natalizio), sul cambio di passo annunciato dalla giunta Lucini: un passo d’uomo.

Ma non sarebbe giusto. Perché, a onor della verità, il passo è rimasto lo stesso di tutti gli anni a dicembre quando la corsa al regalo e le attrazioni della Città dei Balocchi portano in città flussi di traffico abnormi che i parcheggi non riescono a contenere.

Succedeva anche prima della rivoluzione della nuova zona a traffico limitato e dello spostamento dei posti blu in zone meno vicine al cuore dello shopping. Caso mai il problema è stato acuito dalla chiusura del posteggio in Ticosa per la bonifica, di cui però non può essere considerata responsabile un’amministrazione che avrebbe fatto volentieri a meno di quesa eredità Chiaro che l’intoppo di domenica ha dato una facile stura a coloro (in primis i commercianti) che hanno sempre visto i provvedimenti dell’assessore Gerosa come il fumo negli occhi.

Ma la lettura non sarebbe obiettiva. Vero è, però, e incontestabile che non è cambiato nulla rispetto agli anni precedenti. E perciò neppure il passo. Il sindaco e la titolare della viabilità dicono di avere la coscienza a posto. La loro soluzione del problema resta quella della possibilità di utilizzare i parcheggi esterni alla convalle o subcentrali (Val Mulini, via Castelnuovo e San Martino) con tariffe agevolate e comprensive del biglietto per il bus diretto in centro. Se i comaschi e coloro che sono giunti in città dalla provincia non ne hanno voluto usufruire e hanno cercato di arrivare fino in centro con l’auto, intasando strade e parcheggi, affari loro.

I numeri però, che sono obiettivi per loro natura, lasciano più di una perplessità. Solo il parcheggio di via Castelnuovo (140 vetture su 440 posti) è stato in parte preso in considerazione dagli automobilisti. Non a caso è quello più vicino alla Città murata dei tre presi in esame. Gli altri due (San Martino e Val Mulini) non sono neppure arrivati insieme alla doppia cifra per il numero di auto ospitate. Un dato che dovrebbe quantomeno indurre a un riflessione. Perché davvero gli automobilisti comaschi sono così viziati da pretendere il parcheggio in centro? Tutti gli automobilisti? Il sindaco e l’assessore Gerosa hanno ragione da stravendere quando sostengono che se anche si potessero creare altri centomila posti vicino alla Città Murata, piomberebbero in città duecentomila autovetture in più. La politica giusta non è questa. La direzione in cui tenta di muoversi l’amministrazione, cioè quella di incentivare gli automobilisti a parcheggiare fuori dal centro è corretta. Ma basta abbozzarla per lavarsi le mani? C’è un problema evidente di efficacia della comunicazione sulla possibilità di usufrire di questa opportunità. Lo svelano i numeri dell’utilizzo domenica dei tre parcheggi esterni al cuore di Como. L’assessore Gerosa, a queste obiezioni, oppone la mappa dei pannelli che indicano la disponibilità di posti auto nelle varie strutture cittadine. Ce ne sono ventisei, spiega la signora delle nostre strade, cosa volete di più? Se però il messaggio che trasmettono questi pannelli non viene recepito (e i numeri lo dimostrano) potrebbero anche essercene 260 e il risultato non cambierebbe. O no?

Forse allora è il caso di rivedere la strategia della comunicazione che non è proprio uno dei punti di forza di questa Giunta, al di là della disponibilità personale dei suoi componenti su cui non si può eccepire. Anche il flop della mostra di Villa Olmo fu soprattutto un problema di comunicazione. Nessuno allora disse che la colpa era di coloro che non avevano voluto visitare la rassegna, come ora sembrano far capire Lucini e Gerosa a proposito della politica sui parcheggi. L’idea peraltro è buona. E quando un’idea vale perché sprecarla in questo modo? Perché rassegnarsi a continuare a marciare a passo d’uomo?

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