Se Nibali tira la volata a Como

C’è uno spettacolo che ruba la scena allo spettacolo: il lago che scrolla via le nuvole al momento giusto per sprigionare tutto il suo fascino.

Il momento giusto, arriva e toglie il fiato. È il Giro di Lombardia che solca le strade più impegnative, e anche le più strepitose, e che consacrando Nibali porta la sua dose di gloria al Lario. La televisione si inchina al vincitore, ma non può trascurare la cornice che fa sembrare questi attimi ancora più unici in una distrazione obbligata.

Como ha trovato ieri un alleato naturale, il tempo finalmente capace di lasciarsi alle spalle i capricci autunnali per un po’ e di regalare scorci luminosi. E un complice tecnologico, per così dire, le telecamere che non hanno potuto trascurare quel panorama invincibile come il campione. Con un ulteriore partner, quindi: lo sport che ha permesso di accendere i riflettori.

Del resto, anch’esso è un amico affezionato, da tempo. Uno di quelli che aiuta a cantare la bellezza del nostro territorio con spontaneità. Ieri il ciclismo, ma che dire del calcio se si pensa al Sinigaglia, definito da Gianni Brera come lo stadio più bello d’Italia. Distogliere lo sguardo dalla partita in campo conduce dentro una gara ancora più esaltante: quella dell’incantesimo del lago, mai uguale nelle sue sfumature, nei suoi pezzi di storia e di arte disseminati con sapienza.

Così il ciclismo - da sempre strumento potente per raccontare insieme alla fatica e al sudore la vita e l’incanto dei luoghi - in questa domenica speciale ha confermato questa regola con la diretta Rai che si trasformava in uno spot irresistibile per Como.

Immagini che arrivano lontano - ricordiamolo - e che catturano l’attenzione: una sorta di promozione gratuita di cui fare tesoro. Già, ma come farne tesoro?

In fondo, non applaudendosi da soli, sicuramente, e limitandosi a mormorare: bene, arriveranno turisti in più. Certo che arriveranno, ma non per questo il compito è finito: al contrario, è solo cominciato.

Perché di fronte a regali come questi, bisogna avvertire ancora di più la responsabilità di meritarseli. Non solo con un panorama che il territorio si è trovato in dono, o meglio in prestito, per riprendere le parole dell’Enciclica del Papa. Parole che ieri - festa di San Francesco - sono risuonate ulteriormente. E fino a noi, anche grazie a quelle immagini con il compito che ci affidano.

Custodi, non padroni: questo lago va amato nei fatti, prendendosene cura, umili e riconoscenti. E visto che stiamo parlando di ciclismo, vale la pena affidarsi ad altre due considerazioni.

Prima di tutto, meritarsi promozioni simili significa - proprio come avviene in questo sport - non risparmiarsi, offrire ogni energia, affrontare salite e sfacchinate. Non si può vivere di rendita, non ci sono strade facili, non esistono momenti in cui dirsi: ora mi posso fermare.

Ogni giorno, lottare per rendere questa cornice la più bella del mondo, come ha cantato la tv. E magari venire incontro ai turisti che sempre più amano la natura e sono consapevoli dell’importanza di tutelarla, a cominciare da quelli che prediligono proprio la bicicletta.

Piccoli gesti quotidiani, a volte più potenti delle grandi strategie. Perché se Nibali tira la volata al lago di Como, non possiamo restare a guardare. Bensì pensare, ogni giorno, che la gara sia solo iniziata.

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@MarilenaLualdi

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