Sul Lario incomincia
l’era post-George

Quella di oggi è forse una data storica, da segnare in rosso sul calendario. È il giorno della liberazione del lago di Como da George Clooney. Non ce ne voglia il divo holliwoodiano che è e sarà sempre il benvenuto dalle nostre parte (anche se dopo le nozze le sue apparizioni si sono diradate). Ma la notizia che una giornalista esperta di turismo come la columnist del Daily Telegraph Fiona Duncan, ci dica che il nostro lago è attraente a prescindere dal richiamo dell’attore è una bella soddisfazione. Un po’ è anche qualcosa che ci risolleva. Perché come avremmo fatto quando e se il regista e autore di “Good night and good luck” (oltre che di altre opere) avesse deciso di portare via le masserizie da villa Oleandra?

A parte tutto, il reportage della giornalista britannica ci conferma che, forse abituati a specchiarci nella bellezza dei nostri scorci lacustri, non ne riusciamo a pesarne in pieno il valore. Era già successo, molti lettori se ne ricorderanno con la storia a fumetti di Topolino tutta ambientata sul Lario.

Fiona Duncan ci dice anche che le caratteristiche più amate del lago di Como hanno radici antiche: ci riporta ai fasti dei Grand tour ottocenteschi e romantici di Byron e Ghoete che avevamo un po’ rimosso negli anni segnati dalla frenesia dello sviluppo industriale.

Nel sottotesto delle parole della reporter arrivata da Londra c’è l’invito a non stravolgere la natura del territorio ma di preservarlo. Perché altrimenti sì che si correrebbe il rischio di doversi aggrappare ai testimonial come Clooney o agli eventi secolari qual è Expo (che pure di turisti ne sta portando e ne porterà. E qualcuno tornerà anche) per non perdere la preferenza che i visitatori ci accordano.

Fiona Duncan sottolinea che, a suo parere, gli atout vincenti del Comasco sono la bellezza, la calma, la tranquillità, del paesaggio e lo stile di accoglienza. Su alcune di queste voci sono stati fatti enormi progressi negli ultimi anni, ma forse c’è ancora da lavorare. Nel Lario visto da un’Albione tutt’altro che perfida c’è anche un identikit pur soggettivo di quello che è il turista tipo che sceglie le mete locali: magari non giovanissimo, con possibilità di spendere e che cerca di tranquillità e luoghi da contemplare.

In realtà, e in parte lo sta dimostrando, il nostro lago può esercitare capacità attrattive anche per vacanzieri più giovani. Il segreto è quello di saper costruire un’offerta che possa soddisfare tutti. Si sta lavorando per farlo. Comunque da oggi, il Lario può permettersi di non essere più il lago di Clooney ma quello di Como, che, come sanno beni i “cugini” della sponda lecchese, è solo uno.

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