Tremezzina: finalmente
c’è anche chi dice sì

Uno dei luoghi più comuni di questo lavoro è la ricerca della mitica notizia sull’uomo che morde il cane. Un caso che, per fortuna di entrambi i soggetti coinvolti (perché il seguito è la reazione del quattrozampe) non si verifica quasi mai.

La stessa considerazione, peraltro, si potrebbe fare di fronte alla nascita di un comitato spontaneo per il “sì” alla variante della Tremezzina, un’opera indispensabile per il territorio comasco contestata, non senza validi motivi, però proprio in vista del traguardo. Allora ecco che un gruppo di cittadini ha deciso di mobilitarsi per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di un’infrastruttura che come tutte determinerà un impatto ambientale, ma avrà una ricaduta positiva importante per molti paesi del Centro lago e non solo.

Un comitato per il sì fa notizia poiché da decenni le cronache di tutti i giornali sono affollati di sodalizi nati per dire no. Il più famoso di tutti è quello sorto in Val di Susa per contrastare la linea ferroviaria ad Alta velocità. Ma ce n’è una miriade di altri, più o meno utili. Perché, diciamolo, il riflesso condizionato scatta più spesso con la polarità negativa che non con quella positiva.

La variante della Tremezzina è qualcosa su cui si lavora da anni. L’idea di cambiare il progetto proprio quando è stato finanziato del tutto, dopo che la Regione ha dato la disponibilità a integrare lo stanziamento del ministero delle Infrastrutture, è un azzardo che rischia di avere conseguenze nefaste.

È innegabile che un intervento di questo tipo abbia delle forti ricadute sull’ambiente. Ma siamo sicuri che i Tir e i pullman che si incastrano a motore acceso nelle strettoie di Lenno e Colonno, non ne abbiano? Magari si potrebbe fare meglio con un progetto diverso. Ma c’è , però, la certezza che nessuno poi abbia qualcosa da obiettare? Perché un altro vizio molto italiano è quello di volere sì le strade e le altre infrastrutture a patto di non ritrovarsele sotto casa. Poi, meglio ribadirlo, per la variante della Tremezzina ci sono i soldi. Lo sottolineava Alessandro Fermi, sottosegretario comasco della Regione Lombardia durante la diretta web de laprovinciadicomo.it di martedì scorso dedicata a un’altra grande opera, la tangenziale di Como: ottenere da Roma e Milano un finanziamento così importante di questi tempi è tutt’altro che scontato. Ecco perché le ragioni del Comitato del sì sono valide forse più di quelle, comunque giustificate, degli oppositori. Fermarsi ora per modificare il tracciato della variante, al di là di quanto detto prima sulla possibilità di altre obiezioni, vorrebbe dire perdere ancora tempo e soprattutto avere la certezza che i fondi per la Tremezzina sarebbero dirottati altrove (c’è la coda di grandi opere pubbliche non finanziate).

Significherebbe tenersi questo imbuto sulla statale Regina che continua a penalizzare il traffico commerciale e, soprattutto, quello turistico. Inoltre, non va dimenticato come la variante della Tremezzina sia l’ultimo tassello di una serie di interventi realizzati nel corso di decenni che consentiranno, una volta concluso quest’ultimo, di partire da Como e arrivare in cima al lago senza più strettoie e punti critici della viabilità.

Insomma, anche se Vasco Rossi canta “C’è chi dice no”, questo “sì” può essere musica per le orecchie del territorio comasco.

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