Una rotonda sul nulla
e Landriscina sull’uscio

“Una rotonda sul niente”. Il polso dell’attuale amministrazione comunale di Como batte al ritmo della parodia di una vecchia hit di Fred Bongusto. La rotonda è quella realizzata in piazza San Rocco, ai piedi della Napoleona che almeno non ha provocato i paventati disastri viabilistici. Il gusto però è tutt’altro che buono. E quello amaro di una città poco e mal amministrata da un sindaco amletico ed evanescente a capo di una macchina comunale che gira male e perde colpi, con una squadra di assessori in cui le ombre prevalgono sulle luci che pure ci sono e magari faticano ad accendersi proprio a causa dei blackout interni che si saldano con quelli di un consiglio comunale le cui istanze sono ignorate con noncuranza o impudenza. Meriterebbe e avrebbe bisogno di meglio Como, una città che oltretutto grazie al vento impetuoso del turismo sta vivendo una vorticosa fase di trasformazione che rischia di diventare illusoria se non è guidata con sagacia, competenza e coraggio. Invece gira tutto al contrario. Basti pensare che durante la nostra riunione di redazione è emerso che per elencare le magagne nell’agenda di palazzo Cernezzi degli ultimi giorni non sarebbero bastate due pagine di giornale, come potrete notare passando alla sezione cronaca. Con una mozione di sfiducia sul collo, agitata da “Rasputin” Alessandro Rapinese sempre protagonista quando il gioco si fa torvo, persino il sindaco Mario “Amleto” Landriscina starebbe girando per le stanze sgomente di palazzo Cernezzi con un teschio in mano e, sulle labbra, la fatale frase “Dimettermi o dimettermi, questo è il dilemma”. Il terremoto, insomma, assicura chi ha che fare con il medico prestato alla pratica amministrativa, sarebbe più vicino di quanto non si pensi. Il primo cittadino avrebbe manifestato qualche giorno fa l’intenzione di perdere l’attributo e restituire quella fascia tricolore così poco indossata nelle occasioni pubbliche. Troppe cose che non vanno, prospettive fosche e quasi zero voglia di spendersi per tentare l’ennesima ripartenza che rischia di essere stoppata dalle condizioni disastrose del quadro politico cernezziano.

A tentare di dissuaderlo sarebbe la Lega, il partito che fin qui anche se non da solo ha determinato la situazione meteo, nel senso di bello a cattivo tempo, in Comune. Al di là delle smargiassate da comizio permanente effettivo del Capitano e delle sue truppe sulla voglia di urne per far vedere chi è il più amato dagli italiani (e dai comaschi stando all’esito delle elezioni europee), il momento non sarebbe considerato dal Carroccio tra quelli più favorevoli per brandire le schede elettorali. La troppo fresca e ancor nubolosa sortita del leader che ha fatto sparire dal governo il colore verde a beneficio del rosso spento, la ridotta visibilità mediatica di Salvini nonostante i tour incessanti nelle piazze e il riverbero negativo dell’attività (o non attività) della giunta Landriscina sconsiglierebbero avventurismi. Anche se la Lega avrebbe già un candidato, anzi una candidata sindaco che scalda i muscoli: l’ex ministro per un mese Alessandra Locatelli. C’è poi l’altro fronte vagamente definibile di centrosinistra allargato che è in movimento, conscio che il dopo Landriscina potrebbe essere a sorpresa dietro l’angolo. Si starebbe ragionando, grosso modo, su una lista civica abbastanza modellata sull’esempio-pilota umbro, peraltro segnalato non in grande spolvero dai sondaggi. Lì però il peso quasi morto del governo uscente è tutto sulle spalle del Pd. A Como è tutta un’altra storia e se si guarda poi alle ultime elezioni comunali si nota come Maurizio Traglio con il sostegno grillino avrebbe sconfitto Landriscina.

La politica comasca insomma si è messa in movimento con sullo sfondo il livido pallore dell’amministrazione in carica ma scarica da tempo. Del resto tra scissioni e corse alla corte di moderati sono tempi burrascosi che non possono restare fuori dalla porta della realtà locale. Oggi scommettere sull’arrivo al traguardo della giunta Landriscina potrebbe rappresentare un bell’azzardo.

@angelini_f

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