Meloni sul caso Como
«Fare le primarie?
Sì, ma ovunque»

La leader di FdI allontana l’opzione lanciata da Matteo Salvini. Butti: «Non facciamo come a Varese». Avviata la ricerca di profili unitari

Il primo a parlare di primarie è stato Matteo Salvini. Una concreta opzione? Un modo di alzare l’asticella della competizione con FdI? Oppure un mezzo per scaricare definitivamente l’attuale sindaco dalla partita elettorale del 2022?

Sul tema, in ogni caso, è tornata Giorgia Meloni ed è stata musica per le orecchie del parlamentare comasco Alessio Butti. «Nessun problema, ma allora facciamo le primarie ovunque, deve diventare un metodo» ha detto Meloni. Un metodo che presuppone un quadro di regole condiviso (che non c’è) e che, nel caso Como, presenterebbe l’inedito caso di un competitor con la fascia tricolore. Di fatto le primarie, al di là delle schermaglie, non sono mai realmente entrate nell’agenda del centrodestra; l’esperienza del resto insegna che quando sono state fatte non hanno portato bene alimentando le divisioni anziché rafforzare l’alleanza.

Abbassare la tensione

È uscita dai radar anche la candidatura di Stefano Molinari che pure è stata indicata in modo compatto da FdI alla portavoce regionale Daniela Santanché. Molinari negli ultimi giorni ha tenuto profilo basso, mai un parola polemica nei confronti della Lega e del sindaco. La linea è quella di abbassare la tensione e aprire un cantiere in cui, accanto al caso di Como, oggettivamente più problematico, c’è anche quello di Erba.

Butti, sempre sabato a Milano, ha sottolineato quanto sia opportuno non ripetere gli errori delle ultime amministrative che hanno portato a sconfitte brucianti anche in Lombardia. Eclatante il caso di Varese dove a sfidare il sindaco uscente di centrosinistra, Davide Galimberti, la Lega ha schierato un pezzo da novanta come il parlamentare ed ex coordinatore provinciale Matteo Bianchi.

«Non è una prova di forza - ha detto Butti riferendosi all’indicazione di Molinari - ma non è più automatico che la Lega indichi il candidato solo perché siamo in Lombardia. A Varese, e sto parlando di Varese, hanno preso il 13%. È la seconda volta che perdiamo».

Il calendario

Per il centrodestra, che dovrà gestire anche la grana dell’uscita di Landriscina (nei giorni scorsi l’attuale sindaco ha pure ventilato la possibilità di candidarsi contro i partiti che lo sostengono), si profilano tempi lunghi con l’obiettivo dichiarato di tenere unita la coalizione.

Speculare la situazione del centrosinistra. Anche qui l’esperienza modello è quella di Varese dove Galimberti è riuscita a vincere, al ballottaggio, attraverso un’alleanza molto ampia, da Italia Viva alla sinistra passando da 5 Stelle liste civiche.

In assenza di un progetto simile è consapevolezza diffusa che si rischia di mancare anche l’appuntamento del ballottaggio, considerato il minimo sindacale. Anche qui, al di là delle opzioni sino ad ora sul tavolo - Adria Bartolich, Giuseppe Cosenza - si lavora sottotraccia per trovare altri profili. Non semplice.

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