Nuovo lungolago: già scontro
Regione contro Sovrintendente

Artioli: il progetto, anche se verrà modificato in alcuni dettagli comporterà una trasformazione definitiva poco compatibile con le attuali affascinanti visuali e dunque sarebbe opportuno rivederlo completamente. L'assessore Boni: adesso non può venire a fare il cavaliere senza macchia e senza paura

COMO Il muro, o meglio il nuovo lungolago, sono già terreno di scontro. A innescare la miccia la presa di posizione del Sovrintendente per i Beni architettonici e tutela del paesaggio Alberto Artioli che ha detto: «È parere di questa Soprintendenza che il progetto, anche se verrà modificato in alcuni dettagli (riduzione di qualche decina di centimetri del muro, inserimento di altre paratie mobili in sostituzione delle strutture murarie fisse) comporterà una trasformazione definitiva poco compatibile con le attuali affascinanti visuali e dunque sarebbe opportuno rivedere completamente il progetto, e in questo momento ci sarebbero ancora le condizioni per farlo, privilegiando prioritariamente la valorizzazione del lungolago anche se questo potrebbe comportare una riduzione dell’efficacia funzionale proprio perché la tutela paesaggistica dovrebbe essere prevalente rispetto ad altre pur necessarie esigenze». E ancora: «Il nuovo progetto dovrebbe essere impostato non avendo come condizione obbligatoria la quota 200, 30, bensì la compatibilità paesaggistica, valore primario ed irrinunciabile e dunque prevedere anche una quota più bassa, reinterpretando l’opera non più risolutiva del fenomeno esondazione, ma di semplice contenimento del fenomeno». In pratica: fermare tutto, ricominciare perché andando avanti su questa strada i problemi restano. Durissima la reazione dell’assessore regionale al Territorio Davide Boni: «Perché Artioli non è intervenuto sul primo progetto? È un sovrintendente, lo rispetto, ma adesso non può venire a fare il cavaliere senza macchia e senza paura. Il suo problema è che non è sottoposto al giudizio popolare. Ancora oggi la sovrintenza non sta partecipando: l’altra volta non aveva risposto dando quindi il silenzio-assenso, adesso gli abbiamo scritto e non ha ancora risposto. Queste prese di posizione innescano solo la conflittualità tra gli enti. Capisco che siano oberati da una mole di lavoro, ma lo siamo anche noi eppure cerchiamo di risolvere i problemi» .

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