Ticosa, ecco il piano di bonifica
Da rimuovere 21mila tonnellate

Arsenico, cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo, rame, zinco, idrocarburi pesanti e leggeri, benzene, etilbenzene, toluene e xilene. Sono questi gli inquinanti che si trovano, in differenti quantità, nel sottosuolo della ex Ticosa

COMO - Arsenico, cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo, rame, zinco, idrocarburi pesanti e leggeri, benzene, etilbenzene, toluene e xilene.
Sono questi gli inquinanti che si trovano, in differenti quantità, nel sottosuolo della ex Ticosa. Ieri è stato pubblicato il piano di bonifica del sottosuolo dopo l'ultima revisione che ha portato anche un aumento dei costi, tutti a carico del Comune, arrivati a 2 milioni e 400mila euro che potrebbero, ovviamente, scendere in base a chi si aggiudicherà la gara che verrà formalmente avviata nei prossimi giorni.

Dal momento dell'aggiudicazione scatteranno i sei mesi per togliere tutti i veleni del sottosuolo e, calendario alla mano, le operazioni non saranno concluse prima di marzo-aprile del 2011. Il faldone con tutti i documenti include anche un conoprogramma con i dettagli degli interventi. Ci vorrà circa un mese per le operazioni preliminari di costituzione del cantiere, allcciamenti, posa dei cartelli e una settimana per la demolizione degli asfalti e dei calcestruzzi. Gli scavi partiranno dal secondo mese e saranno suddivisi in quattro fasi ripartiti in 13 punti con rimozione di materiale in profondità variabili tra un metro e tre metri e mezzo. «Il volume di terreno (in banco) complessivo da scavare che si prevede ecceda è stimato in circa 13.525 m3, cui corrispondono circa 21.640 tonnellate». Questa sarà tutta la parte da rimuovere e da portare in discariche autorizzate a seconda degli inquinanti e del materiale. Gli scavi dureranno praticamente poco più di tre mesi, poi si procederà al ripristino ambientale e, l'ultimo mese, viene indicato come necessario per smantellare il cantiere. Il piano include anche il dettaglio dei controlli e dei monitoraggi: l'acqua di falda sarà controllata una volta al mese, mentre le polveri settimanalmente.

«I mezzi pesanti - si legge nel documento - in entrata al cantiere utilizzeranno l'accesso posizionato su Via Roosevelt, lungo il lato nord-est del sito. L'uscita dei mezzi pesanti dal cantiere avverrà invece da Via Sant'Abbondio, lungo il lato nord. Lungo il percorso di uscita saranno posizionati la pesa e la piazzola di lavaggio delle ruote degli automezzi». Da quanto emerge il rispetto dei tempi dovrebbe essere garantito da una penale giornaliera in caso di ritardo pari all'1 per mille dell'importo netto di appalto. Impossibile quantificarla non essendo ancora arrivata la fase dell'appalto, ma solo per fare un esempio se fosse 2 milioni di euro, la penale sarebbe di 2mila euro al giorno. L'incarico di direttore lavori è stato assegnato all'ingegner Antonio Ferro, che si sta occupando anche del maxi cantiere delle paratie. Sulla presenza di inquinanti nel sottosuolo la società che acquisterà l'area, Multidevelpment, aveva prodotto analisi di parte che avevano evidenziato una serie di inquinanti maggiori rispetto a quelli individuati dai consulenti del Comune. La Provincia aveva richiesto ulteriori campionamenti che avevano però dato esito negativo.

A questo punto nei prossimi mesi si dovrebbe iniziare a scavare, partendo dall'area verso la Napoleona e poi scendendo via via verso il Santarella. La zona attorno all'ex centrale termica sarà l'ultima dove verranno realizzati gli scavi. Entro il prossimo mese di dicembre dovrebbe poi tornare in Comune il progetto relativo al nuovo quartiere per l'approvazione definitiva, dopo l'adozione da parte del consiglio comunale nelle scorse settimane. Da settembre scatterà il tempo per le osservazioni e poi i documenti torneranno nell'aula consigliare.
Gisella Roncoroni

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