Viale Geno, giù il velo
Spunta una passeggiata

Tolti impalcature e tendone in corrispondenza del cantiere, magra consolazione per ristoratori e baristi della zona. «Ormai - dicono - la stagione è andata, ci hanno già rovinato».

COMO - «Magari avessimo potuto lavorare così tutta l'estate». La tenda di viale Geno è caduta quando ormai i clienti se ne sono andati. Così è proprio un'altra vista, si vede il lago. E si respira. Per la pizzeria il Gabbiano di via Lungo Lario Trieste è come se fosse caduto il muro. Ma come dice sempre il titolare, Paolo Sartori, «ormai la stagione è andata, mi hanno rovinato». È come un viale convalescente. Appena arrivati in piazza Sant'Agostino sembra tutto come prima. Davanti al bar Golosità, al venditore di kebab e specialità turche, al bar tabaccheria, è tutto come prima. Transenne e tendono bianco rosso tagliato a metà. Davanti al Gabbiano cambia lo scenario. Giù le tende, giù le impalcatura, strada ancora ristretta da uno spartitraffico, ma oltre una passeggiata pavimentata. E la gente, abituata a camminare in mezzo alla strada con il rischio di farsi travolgere dalle auto, ora percorre i primi passi sulle mattonelle ancora grigio chiaro.
È un inizio di passeggiata, un indizio di quanto i sacrifici e la fatica fatta da tutti i locali della zona, comprese le due pizzerie, la "Vita è bella" e "Ramses", hanno dovuto fare in questi mesi.
Il problema è che adesso in viale Geno non c'è più quel fiume di persone che si è visto tra aprile e fine luglio, giorni di pioggia permettendo.
«Sono trent'anni che lavoro - dice sempre il titolare della pizzeria Il Gabbiano - e dopo Ferragosto a Como il turismo è sempre in caduta libera». Tutti gli altri vicini di casa gli danno ragione. Almeno però qualcosa si è mosso, visto che tutto il resto del lago è ancora mezzo murato da transenne che nascondono i lavori. Questo è il primo pezzetto che si svela dopo mesi di sbagli e polemiche, misure sbagliate che sono rimbalzate sui quotidiani e nei telegiornali nazionali. «Ma perché Como è sempre sul giornale», si è sentito apostrofare qualche comasco in vacanza in Liguria. Il perché è lì da vedere.

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