«Toglieranno le coperture?
Ma ormai noi siamo rovinati»

L'assessore Scopelliti ha annunciato l'apertura dell'Info point a inizio viale Geno e la rimozione dei teloni che coprono il cantiere. Ma i ristoratori commentano: «Adesso che la stagione è finita, non serve a nulla. Ormai siamo in ginocchio»

COMO Guardano il menù sulla lavagnetta. «That's ok». Non devono neanche chiedere se c'è posto, che tanto ai tavoli del ristorante pizzeria il Gabbiano, in via Lungolario Trieste, non c'è nessuno, come al solito da quando in aprile hanno aperto il cantiere e l'hanno coperto con il tendone a strisce bianche e arancioni. «Quanti siete?», chiede il titolare.
«Tredici», rispondo i clienti. Si siedono, ma poi uno si accorge della tenda che copre il lago e leva ogni spunto di poesia e dice agli altri: «Ma non possiamo andare là che si vede il lago?». «Sorry». Scusi, un tubo, cioè sono scusati i clienti ma non il Comune che la scena dei commensali che abbandonano la tavola si ripete da aprile. E il registratore di cassa è sempre vuoto.
«Neanche i soldi per pagare le bollette della luce - dice il titolare Paolo Sartori - Già ho dovuto licenziare tre persone, ma adesso mi hanno proprio rovinato». La notizia che leveranno il tendone e apriranno l'info point, come da annuncio dell'assessore Francesco Scopelliti,  non lo solleva.
«Adesso fanno queste cose? Ma adesso l'estate è finita. La stagione è andata. E il danno è stato tale che non so più se riusciremo a rialzarci. Quello che fa rabbia è vedere che i clienti ci scelgono, ma poi se ne vanno perché la vista è oscurata dalla tenda.Hanno detto che la levano il giorno prima di Ferragosto, ma io sono qui da 30 anni e il lavoro da Ferragosto in poi è sempre calato. Cosa vuole che rilanci, non dovevano metterla a inizio stagione e aprire il cantiere da metà agosto in poi, allora. Di sicuro sarebbe stato meglio. E poi, l'info point, bella idea per l'amore di Dio, ma sono vent'anni che è lì, non potevano farlo prima? Devono ridursi adesso che ormai siamo quasi falliti. Se mi è rimasto il 25 per cento del lavoro è tanto, ho mostrato tutte le carta alla finanza, un disastro. Anche perchégli altri locali sono pieni hanno spinto i nostri clienti da loro».
Michele Sepe, titolare della pizzeria Ramses di piazzetta Croggi, è in una situazione simile, le sedie ribaltate sui tavoli all'ora di pranzo, quando ante cantiere a quell'ora non c'era un buco: «Ci hanno detto che quando i lavori saranno finiti sarà tutto più bello e lavoreremo di più, ma bisogna vedere chi riesce a tenere aperto fino a quel momento perché di questo passo ci fanno chiudere tutti». Era una rete per pescatori la sua pizzeria, i clienti cadevano dentro come i pesci per la posizione fortunata prima ancora che per la pizza buona. Ora la rete è mezza vuota.
«Levano la tenda? - chiede, di rimando Flavio Grisorio del Bar Lario -. Anoi avevano detto che i lavori sarebbero finiti il 20 luglio e quindi sono già in ritardo. L'estate ormai è finita, i danni che ci hanno fatto non li sistema più nessuno».  Anche alla pizzeria «la Vita è bella» di fronte al Ramses dicono che ormai la stagione è stata compromessa: «A parte che non ci credo che levano il tendone per ferragosto, ma ormai i turisti sono andati, ci hanno fatto perdere del gran lavoro». Al bar Golosità, che ha gli stessi problemi degli altri, una cliente, Maria Redaelli, riassume: «Idirigenti del Comune avrebbero dovuto mettersi nei panni di chi lavora qui, allora se avessero ragionato come se le attività fossero loro e non di qualcun altro, non avrebbero fatto i lavori d'estate». Ristoranti e pizzerie hanno pronti i conti. Il meno alla fine della lista lo presenteranno al Comune.
Anna Savini

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