Como, il Pdl analizza il crollo
Bordoli: «Colpa di Bruni»

In città sono iniziate le grandi manovre a caccia di possibili apparentamenti e alleanze in vista del ballottaggio. Summit tra i candidati consiglieri e il coordinatore provinciale Alessio Butti

COMO Il coordinatore provinciale del Pdl Alessio Butti incontra i candidati della lista comasca per mettere a punto una strategia in vista del ballottaggio del 20 e 21 maggio. Un secondo turno tutto in salita per il Pdl, che partirà dal 13,1% ottenuto da Laura Bordoli, un risultato nettamente al di sotto delle aspettative: «Prima voglio sentire i componenti della lista e il candidato sindaco, poi decideremo come muoverci».

Le correnti di pensiero, stando alle parole dei candidati consiglieri, sono due: da un lato c'è chi vorrebbe evitare intese con altre liste, dall'altro chi invece spinge per provare fino all'ultimo ad accordarsi con la Lega (anche se le parole arrivate ieri da Alberto Mascetti mettono una specie di pietra tombale su questa ipotesi) o quantomeno con altre realtà che - pur avendo ottenuto risultati modesti al primo turno - potrebbero in qualche modo rafforzare la corsa di Laura Bordoli (dall'Udc alla lista di Francesco Peronese, passando per Mario Pastore e Pietro Vierchowod).

Resta inoltre da capire se ci sono margini per una clamorosa intesa con Sergio Gaddi che, dopo lo strappo e le polemiche con il Pdl, ha ottenuto l'8,3% alla guida di una lista autonoma. «Non escludo e non confermo nulla», taglia corto Butti.

Intanto, messa da parte la delusione per il primo verdetto delle urne, Laura Bordoli confida di riuscire a ribaltare la situazione al ballottaggio. «Guardando i dati, ho notato che la coalizione di Mario Lucini ha ottenuto in sostanza gli stessi voti del centrosinistra di cinque anni fa e questo è un dato da non sottovalutare - afferma - Il nostro obiettivo dev'essere innanzitutto quello di recuperare i delusi, i cittadini di centrodestra che non sono andati a votare. Ricordo che rappresentano il 40% del corpo elettorale. In secondo luogo, valuteremo se ci sono margini per un dialogo con quelle liste vicine al centrodestra che sono rimaste sotto il 3% ma potrebbero darci un contributo significativo».

Analizzando a freddo il risultato ottenuto al primo turno, Bordoli si sofferma nuovamente sulle responsabilità del sindaco uscente Stefano Bruni. «Paghiamo a caro prezzo quanto accaduto con l'ultima amministrazione - dice - ma anche la disaffezione nei confronti dei partiti del centrodestra e della politica, un fenomeno che non si è registrato soltanto a Como bensì in tutta Italia. In molte città il Pdl non è nemmeno arrivato al ballottaggio, noi ci siamo. In queste due settimane torneremo a spiegare le nostre proposte e poi decideranno i cittadini. Ho già detto che mi aspettavo di più in termini di voti, però andiamo avanti».

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