«Ha colpito Denise
ma mirava al vicino di casa»

Uno straniero, un cittadino nordafricano che lo aveva aggredito sotto casa all'inizio del mese di ottobre. Sarebbe lui l'obiettivo vero dei colpi di fucile esplosi la sera del 28 giugno dall'assicuratore di Monte Olimpino Leonardo Zarrelli, in carcere da una settimana con l'accusa di tentato omicidio

COMO Uno straniero, un cittadino nordafricano che lo aveva aggredito sotto casa all'inizio del mese di ottobre. Sarebbe lui l'obiettivo vero dei colpi di fucile esplosi la sera del 28 giugno dall'assicuratore di Monte Olimpino Leonardo Zarrelli, in carcere da una settimana con l'accusa di tentato omicidio, per avere ferito la piccola Denise, dieci anni, la spalla trapassata da un colpo d'arma da fuoco mentre era in macchina, in via Bellinzona, assieme ai genitori.
Lo sospettano i carabinieri del comando provinciale, che ieri hanno completato gli interrogatori disposti dal sostituto procuratore Mariano Fadda con l'obiettivo di ricostruire dinamiche e circostanze di un "incidente" che per pochi centimetri non è costato una vita umana. Ifili di tutta questa storiaccia, a interrogatori conclusi, tessono una tela zeppa di spine, almeno per quanto riguarda Zarrelli, il cui avvocato difensore, Massimo Di Marco, ieri ha rifiutato ogni tipo di commento. È una ricostruzione che dovrà passare prima al vaglio del gip e poi, eventualmente, da quello dei giudici di primo grado, ma alcuni aspetti sembrano rendere la posizione dell'indagato ancora più delicata di quanto fosse possibile immaginare all'inizio dell'indagine.
Dunque: che Zarrelli avesse esploso già in precedenza colpi d'arma da fuoco (pallini di piombo ad aria compressa) era cosa nota. Lo aveva ammesso lui per primo, riferendo di un Capodanno di alcuni anni fa, nel corso dell'interrogatorio antecedente il fermo. Ora si scopre che i carabinieri stanno indagando su due ulteriori episodi di danneggiamento, che nessuno dei vicini di casa aveva mai denunciato. Il danneggiamento del parabrezza di un'auto posteggiata lungo la strada, in via Barberini, e quello della veranda di un vicino, contro cui ancora Zarrelli avrebbe sparato dal balcone di casa, sempre servendosi di un'arma ad aria compressa.

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