Lo sfogo del papà di Denise
«Sparatore libero, vergogna»

«Libero. L'uomo che ha colpito mia figlia è libero. Sono rimasto senza parole. Poteva fare una strage, non è giusto che vada così».
Ezio Carnazzola, papà di Denise, non ha ancora detto alla figlia che Leonardo Zarrelli, l'assicuratore di Monte Olimpino che le ha sparato dopo la semifinale Italia Germania, è libero.  Zarrelli era agli arresti domiciliari, i domiciliari sono stati revocati in attesa del processo.

COMO «Libero. L'uomo che ha colpito mia figlia è libero. Sono rimasto senza parole. Poteva fare una strage, non è giusto che vada così».
Ezio Carnazzola, papà di Denise, non ha ancora detto alla figlia che Leonardo Zarrelli, l'assicuratore di Monte Olimpino che le ha sparato dopo la semifinale Italia Germania, è libero.  Zarrelli era agli arresti domiciliari, i domiciliari sono stati revocati in attesa del processo.
«Non so neanche come dirglielo - aggiunge il padre -, preferirei non sapesse. Ma la bambina è tornata a scuola, in qualche modo lo verrà a sapere. Anche sua sorella, che è al primo anno di superiori, prima o poi sentirà e lo dirà a Denise». A quel punto Carnazzola non osa neanche immaginare cosa succederà.
Rischiata la strage
«Denise dopo quello che è successo ha paura. È molto forte, ma servirà tempo perché si riprenda del tutto. Già è in cura dalla psicologo, scoprire che che l'ha colpita non è più neppure agli arresti domiciliari la spaventerà ancora di più».
Carnazzola si aspettava un altro trattamento per l'assicuratore con la passione per le armi, «mi aspettavo il giusto perché capisco che lui si difende dicendo che sparava nell'aria, ma da quell'angolazione, mirando alla strada come indica la traiettoria dei proiettili, poteva fare una strage».
Quella sera via Bellinzona brulicava di persone. «Stavano tutti festeggiando la vittoria dell'Italia - ricorda il papà della bambina, che ha solo 9 anni -. Sono arrivati quattro proeittili, che si sono conficcati nel muro. Potevano colpire me alla testa, potevano colpire i bambini che passavano in strada. Ed è solo un miracolo se la bambina non è rimasta paralizzata».

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