Degrado e abbandono al faro
Como trascura i suoi gioielli

Gli Amici di Como in aiuto del faro voltiano dove manca tutto, dai cartelli ai depliant alle mappe per turisti

COMO I turisti arrivano a San Maurizio, ammirano il panorama, cercano un depliant che spieghi la storia del faro e non lo trovano. Guardano le targhe per capire meglio, ma sono talmente consumate che non riescono a leggere una riga. Chiedono se c'è una mappa per scoprire cosa stanno ammirando e, ovviamente, la mappa non c'è.
Così si rivolgono al custode, Carlo Rusconi, anni 78, gli ultimi 17 passati come volontario in un ufficio che sembra un tugurio, con pareti di cartone tenute in piedi da mollette, un contatore vicino alla scrivania che poi è un vecchio tavolo malandato.
«Per fortuna io sono uno che ride e scherza e i turisti si affezionano. Ho tre scatole di cartoline di turisti che sono venuti qui e poi mi hanno scritto per salutarmi. Ma il faro non può essere lasciato così». Sembra la storia della via Gluck di Celentano. Anziché essere valorizzato in nome di Volta, il faro è stato depauperato di qualunque cosa potesse abbellirlo. Non c'è più neppure il binocolo a gettone e soprattutto non è stato sostituito da niente di più moderno.
Le pareti del faro sembrano essere state colpite da granate. Quantomeno avrebbero bisogno di una tinteggiatura. In parte ci ha pensato Rusconi dopo l'ultimo assalto dei vandali che imbrattarono di scritte rosse le pareti. Senza aspettare i soldi dalla ditta di Roma, "Servizintegrati facility", alla quale il Comune di Como ha dato in gestione la manutenzione del faro, Rusconi ha comprato la vernice e una nuova serratura per sostituire quella sfondata dai vandali. E ha sistemato tutto. E gli Amici di Como hanno pensato di ripagarlo.

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