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contro le slot-machine

Braga, Molteni e Guerra: lo Stato non può più arricchirsi sulla pelle della gente

COMO Funziona così. Ogni volta che sta per passare una finanziaria che limita il gioco d'azzardo mettendo paletti al proliferare di slot, i politici fanno a gara a chi fa più emendamenti. «Poi alla fine, siccome allo Stato i soldi del gioco d'azzardo servono per finanziare i vari provvedimenti, chiudono tutti un occhio e la legge passa senza troppe restrizioni».
Lo dice Nicola Molteni, deputato della Lega, che nel 2011 aveva appoggiato la campagna dell'ex sindaco di Cittadella Massimo Bitonci che vietava circoli privati con slot (oltre a kebab e sexy shop): «Non possiamo più permetterci di girare la testa dall'altra parte, viene prima l'integrità delle famiglie».
L'onorevole Mauro Guerra dice: «Non si risana il bilancio del Paese sulla sofferenza causata dalle ludopatie. Bisogna assolutamente ripensare tutto il sistema del gioco e dare più potere ai sindaci».
L'onorevole Chiara Braga ha presentato, con altri colleghi tra cui Guerra, una mozione sul gioco d'azzardo.
«In sintesi abbiamo chiesto di rivedere l'applicazione del Testo unico per dare maggiore possibilità ai sindaci di incidere sull'insediamento di nuove attività con slot e di prevedere un divieto di pubblicità», spiega la deputata».
Intanto i bar che dicono no alle slot sono saliti a 140. Ieri si sono aggiunti: A Como, Bar Pane e Tulipani via Lambertenghi 3 e Bar Vittoria via Cesare Cantù; a Lurago d'Erba bar ristorante Brambilla, via Valassina 15 a Moltrasio Bar La Vecchina, di Marco Parravicini in piazza San Rocco a Moltrasio. È sempre possibile inviare segnalazioni a [email protected]

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