Cinghiali, un branco a Ponte Chiasso
E in via per Brunate rovesciano i rifiuti

Un gruppo di adulti e cuccioli al campo sportivo della frazione In salita San Donato un grosso esemplare butta a terra i cassonetti

Sono almeno una decina, fra adulti e cuccioli, e sono stati immortalati e postati sulla pagina Facebook “Sei di Sagnino se...” mentre, nottetempo com’è loro costume, passeggiano vicino al campo sportivo di Ponte Chiasso. Mentre dall’altra parte della città, in salita San Donato, è tornato a farsi vedere quel grosso esemplare già incontrato più volte dai residenti, che ora ha preso l’abitudine di rovesciare i cassonetti della spazzatura, in cerca di cibo, e di sparpagliare l’immondizia fino sulla via per Brunate.

Qualche giorno fa, probabilmente chiamati dai residenti, sono arrivate anche pattuglie della polizia e della polizia locale, ma c’è poco da fare: anche se la caccia al cinghiale è in corso (un mese fa la Regione ha modificato la legge, estendendo la selezione a tutto l’anno e consentendo anche l’uso di visori notturni), è proibito cacciare nelle zone urbane. E questo, spiega Marco Testa, comandante della Polizia provinciale, è probabilmente uno dei motivi che stanno spingendo la popolazione dei cinghiali sempre più vicino alla città: «Sono animali opportunisti - spiega Testa - quindi approfittano delle situazioni in cui possono proliferare tranquillamente, comprese naturalmente quelle in cui non si sentono braccati».

È fondamentalmente lo stesso meccanismo che li spinge ai bordi della città in cerca di cibo di facile reperimento, nei cassonetti o nelle ciotole dei cani lasciate fuori dall’uscio nella case al limitare del verde, se non addirittura «passato loro dalle finestre da qualche villeggiante». Il tutto propiziato dal lockdown, quei lunghi mesi di remissione delle attività antropiche che hanno favorito l’avvicinamento di diverse specie ai confini delle nostre città.

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