Appello ai giovani non vaccinati
«Se andate all’estero attenti alla movida»

Niente vaccino per 16.600 under 19 comaschi, e per altrettanti giovani tra i 20 e i 29 anni. Il presidente dell’Ordine dei medici: «Il virus circola ancora, non facciamo errori»

L’anno scorso secondo tutti i più illustri esperti abbiamo commesso dei grossi errori di valutazione. Convinti che la pandemia si fosse ormai spenta l’estate è stata da “liberi tutti”. Senza vincoli, mascherine, distanze, ma anzi con focolai tra la spiaggia e la discoteca.

Le positività avevano interessato soprattutto giovani e giovanissimi che, di ritorno dalla vacanza, avevano riattivato la circolazione del virus. Certo oggi, a differenza di allora, ci sono i vaccini.

Ma nel Comasco occorre ricordare che circa quattro under 20 su dieci non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale. Nella fascia tra i 12 e i 19 anni quindi 16.600 giovani comaschi non hanno ancora alzato la mano e non hanno nemmeno una parziale protezione contro il contagio. Le prime dosi tra i più giovani sono al 25%, detto che la variante Delta resiste alla prima vaccinazione anche questi 10mila under 20 comaschi che è bene si comportino con responsabilità quest’estate.

Lo stesso ragionamento si può fare con i ventenni comaschi che pure hanno aderito in maniera massiccia alla campagna vaccinale, il 70% di loro ha ricevuto una dose o ha prenotato un appuntamento. Però sono 16mila i ragazzi e le ragazze tra i 20 e i 29 anni che non hanno aderito e 27mila quelli che sono coperti solo dalla prima inoculazione.

«Capisco chi va in vacanza in montagna a passeggiare nei boschi – ragiona Gianluigi Spata, il presidente dell’Ordine dei medici di Como – ma nei luoghi della movida al mare affollati la sera la trasmissione è possibile. Io la mascherina la uso ancora anche se non c’è più l’obbligo all’aria aperta. Bisogna portarla sempre con noi, indossarla in caso s’incontri un’alta concentrazione di persone anche all’esterno. Poi riporla con cura e metterla sempre nei luoghi pubblici al chiuso. Il virus circola ancora, ci sono anche delle varianti che hanno dimostrato di essere più rapide e in parte resistenti al vaccino. Io spero che dopo un anno e mezzo i cittadini abbiano compreso. Già la scorsa estate abbiamo commesso troppi gravi errori di valutazione. Se vogliamo affrontare con serenità l’autunno confido nella prudenza». Nell’agosto del 2020 la Lombardia non conteggiava più soltanto i positivi, ma guardava anche i casi di rientro dalle vacanze.

Quindi quanti erano i comaschi contagiati appena tornati dalla Croazia, quanti dalla Grecia, quanti dalla Sardegna. Molte volte abbiamo raccontato da queste colonne comitive di vacanzieri tornati tutti positivi. È vero che d’estate le trasmissioni virali sono meno probabili, che i sintomi sono meno aggressivi e i ricoveri si limitano soltanto a qualche unità. Ad ottobre però la situazione cambia. «Dobbiamo fare in fretta a completare la campagna vaccinale – dice ancora Spata – con due dosi a tutti. Una non basta con la nuova variante Delta. Dobbiamo convincere anche quella quota di persone che ancora non hanno aderito e restano in pericolo o che, comunque, fanno circolare maggiormente il contagio. Solo così possiamo togliere al virus raggio d’azione all’arrivo della prossima stagione».

Nel mentre anche i dati di ieri sulla pandemia si mantengono bassi, 5 nuovi positivi a Como, 29 a Milano, 18 a Varese e 17 a Monza, Lecco segna zero. Dei due decessi nessuno interessa il Comasco, al Sant’Anna i ricoverati Covid sono tre.

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