Barbara Minghetti: «Idee chiare sulla città e farò scelte coraggiose»

Elezioni La candidata sindaco del centrosinistra: «La priorità è creare un luogo in cui tutti vivano bene». I parcheggi: «Via un posto a raso ogni due creati nei silos. E sulla mobilità, nel lungo periodo, un cambio culturale»

Barbara Minghetti, candidata della coalizione di centrosinistra (Pd, lista Minghetti la Svolta civica, Como Comune, Europa Verde, Agenda Como 2030) chiede la fiducia ai comaschi sulla base di «un progetto di città chiaro».

La sua vittoria sarebbe la prima di un sindaco donna....

Ci vorrebbe, abbiamo bisogno di donne in politica che valgono perché sono brave, non perché sono donne. La loro percentuale è troppo bassa e c’è ancora un gap da recuperare. Questo lo dico in generale, non perché in gioco ci sono io.

Qual è per lei il tema prioritario dei cinque anni di governo?

Realizzare il programma in modo da rendere Como una città che possa permettere a tutti di vivere bene, ma anche con uno sguardo al futuro.

La prima cosa visibile che dimostrerà il cambio di passo...

L’apertura del Comune alla città, con ascolto e dialogo. Poi ci saranno i venti piccoli progetti annunciati nei quartieri e il mantenimento dell’apertura del centro di via Del Doss.

Uno dei temi più sentiti dai comaschi è quello dei parcheggi. Come ha intenzione di muoversi?

Su questo vorrei far chiarezza. Non toglieremo un parcheggio dalle strade se non ce ne saranno due nei silos e privilegeremo i posti per i residenti. Oltre a questo, abbiamo proposto un programma sulla mobilità di lungo corso, che porterà a un cambio culturale coraggioso. Come? Allineandoci alle città europee e non solo.

L’amministrazione Landriscina in alcuni quartieri ha sperimentato i 30 minuti di sosta gratuita. Li confermerà?

Assolutamente sì, per favorire l’accessibilità al piccolo commercio e le persone che abitano nei quartieri. Valuteremo poi come attuare una differenziazione di costo della sosta tra i cittadini e le persone che vengono da fuori.

Nuovi autosili: dove ne realizzerà, oltre a quelli già previsti in via Sirtori e alla stazione San Giovanni?

Ex Stecav, raddoppio del parcheggio di Tavernola per collegarlo alla navigazione lacustre. Poi andrò a insistere con i proprietari dell’ex Danzas per fare in modo che realizzino un autosilo e valuteremo il raddoppio dell’Ippocastano anche per l’utilizzo da parte dei camper.

Piazza Roma è un’incompiuta. Qual è il suo progetto?

Velocemente togliere i bus turistici e studiare il modo di non far più passare quelli di linea. A quel punto il progetto originario di piazza Roma potrà riprendere la sua strada e proporremo un utilizzo della piazza, unendola a piazza Cavour e piazza Duomo, inserendo la bocciofila e giochi per bambini.

C’è chi ha dubbi su di lei dicendo che ha una coalizione talmente ampia che poi finirà ad essere ostaggio dei partiti, Pd in testa che ha il 20%. Cosa risponde?

Sono nella posizione ideale di mixare una persona civica, abituata a gestire squadre, budget, progetti e raggiungere obiettivi, a un supporto dei partiti che con storia, struttura e reti consentono di portare Como al centro di diverse rotte e contesti.

A proposito, la giunta è pronta?

È quasi pronta, la annunceremo, se saremo noi a vincere, in primis ai dipendenti, che sono con noi il motore per il governo di Como, e poi alla città e alla stampa. La giunta sarà costituita secondo un percorso, in atto già da tempo, di conoscenza, stima e competenza che si sono costruite nell’arco di questi mesi di lavoro sul programma e sulla proposta di governo della città.

I programmi elettorali vengono spesso disattesi. Del suo, in cinque anni, quanto pensa percentualmente di poter effettivamente realizzare?

Le cose più piccole legate al decoro della città e alla cura delle persone con l’istituzione delle “case del quartiere”. Tra le prime cose che farò c’è l’apertura di due spazi per i giovani e, in generale, l’aiuto, l’ascolto e la concertazione con tutti gli operatori del terzo settore, dello sport, della cultura e del mondo economico per attivare i grandi progetti, iniziando con Politeama e la Ticosa. Non significa finire Politeama e Ticosa, ma avviarli.

In campagna elettorale tutti vanno nei quartieri, poi se ne dimenticano. Sparirà anche lei?

Non sparirò, perché mi sono innamorata delle persone e dei luoghi. Con loro ho fatto dei patti e tornerò sia a ballare e giocare a carte, come ho fatto, ma soprattutto a portare le risposte che chiedono.

Come far recuperare nel concreto la fiducia ai cittadini che si sentono sempre più distanti dall’amministrazione?

Ho letto il libro “Immaginazione civica” del Comune di Bologna che è ripartito da questo tema, dal lavoro sui quartieri, dall’ascolto e dalla partecipazione attiva e da lì è nata l’idea della “casa del quartiere”, che è uno dei punti focali del programma. Sono sicura che, dopo cinque anni, la relazione e la fiducia tra amministrazione e cittadino saranno ripristinate.

Dica una cosa di cui va orgogliosa degli ultimi cinque anni di opposizione e una che avrebbe voluto fare e non ha fatto.

Sono orgogliosa di aver fatto mantenere il parco giochi nel progetto dei giardini a lago, che era saltato. E la seconda è il dormitorio, che abbiamo portato avanti, non solo io, ed è stato approvato dal consiglio, ma ahimé non ha visto la luce.

Dia un voto alle ultime due amministrazioni, guidate rispettivamente da Lucini e Landriscina.

A Landriscina ho già dato 5, mentre a Lucini darei 7. L’ultima visione della città che abbiamo vissuto è la Ztl che ha fatto Lucini e che ha cambiato la faccia del centro e l’intervento su Camerlata, che ha dato una piazza a una zona davvero difficile.

Verde e manutenzione. Come bisogna agire?

Con un grande controllo rispetto al bando e, quindi, alla manutenzione ordinaria. Attivando il regolamento del verde pubblico e considerando parchi e giardini, sia per il decoro ma anche per il rischio climatico idrogeologico, un valore assoluto per la città. I parchi sono luoghi di aggregazione, dai bambini alle persone meno giovani e faremo una piantina che possa unire tutte le aree verdi della città.

Ticosa: lei ha proposto un parcheggio, hub della creatività e residenze a prezzi calmierati. Quanto tempo ci vorrà per realizzali?

Abbiamo già dei contatti per poter parlare con persone che hanno studiato la progettualità, anche economica, tra pubblico e privato. Metteremo subito in atto il tavolo dello sviluppo che vede i corpi intermedi protagonisti di un progetto così rilevante e non perderemo tempo.

Lei sarà il sindaco a dover inaugurare il lungolago...

Finalmente... possiamo dirlo? È stata una grande ferita per Como: il progetto ad oggi è inutile dal punto di vista idraulico, ma importante come cartolina della nostra città. Non ostacoleremo il processo già in atto perché vogliamo che venga finito il prima possibile. Per me sui grandi progetti della città che abbiano passato il vaglio di giunta e consiglio in modo approfondito e serio, dovremmo siglare un patto di consiliatura in modo che vengano portati avanti a prescindere dal cambio di amministrazione.

Villa Olmo: ci sono 10 milioni Pnrr per intervenire sull’edificio. Cinque anni basteranno?

Dobbiamo farli bastare, dobbiamo essere efficienti, sul pezzo e con grande controllo. La parola “tempo” ha valore assoluto perché Villa Olmo è un bene prezioso per i cittadini e per chi viene a Como.

Se vince domenica notte, lunedì mattina cosa farà?

La notte festeggio con tutte le persone che hanno lavorato con me e poi, lunedì mattina, vado a fare una passeggiata di un’ora da sola. Dopo sei mesi passati a parlare c’è bisogno di decantare per riassettare tutto. Subito dopo, però, al lavoro.

E se perde, resterà in consiglio?

Lunedì farò le stesse cose e poi tornerò al mio lavoro, c’è un festival da seguire. Resterò in consiglio per stare vicino alle persone, in modo propositivo per la città. Senza rancori.

Perché i comaschi dovrebbero darle fiducia?

Perché ho un progetto di città, con al centro i cittadini che guarda all’oggi e al vicino, ma anche al grande e al lontano, per lo sviluppo della città, per i giovani, per il lavoro, per una Como inclusiva e accogliente, per tutti e in tutti i luoghi. Sarò come un direttore d’’orchestra che, unendo diverse competenze, crea qualcosa di più di un insieme, con armonia e dialogo.

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