Sovraffollamento delle carceri, in Lombardia il peggiore è il Bassone. Braga in visita ieri: «Il governo ha il dovere di affrontare la situazione difficile»

Como Il 12 agosto il ministro Nordio all’istituto di pena di Torino ha parlato di utilizzare caserme dismesse. Braga al Bassone: «Dolore, fatica e angoscia ma anche una profonda umanità che meriterebbe più attenzione nelle scelte e nelle parole»

Sono 51.429 i posti a disposizione, attualmente, nelle carceri italiane - ma di questi posti sono ben tremila quelli non disponibili - e il tasso di sovraffollamento degli istituti penitenziari nel nostro Paese ha già superato il 110%: infatti i detenuti risultano essere, al mese di luglio, in totale 57.749. I casi più gravi sono localizzati in Puglia e in Lombardia, dove il primato è detenuto proprio dall’istituto penitenziario comasco: il Bassone.

La situazione al Bassone: la peggiore tra quelle lombarde

Qui, stando a un’analisi realizzata lo scorso febbraio dal coordinatore regionale Calogero Lo Presti della Funzione pubblica Cgil Polizia Penitenziaria, il sovraffollamento nel corso dell’inverno del 2023 ha raggiunto il 171%, con 387 detenuti per 226 posti letto. La situazione genera malessere soprattutto nei detenuti di lingua straniera - che a Como sono il 56% - per i quali, in mancanza di mediatori culturali, è difficilissimo interagire con il personale penitenziario. Da febbraio a oggi i numeri però sono ulteriormente cresciuti: sono 417 le persone detenute a Como, 369 uomini e 48 donne.

Le condizioni di vita in carcere in Italia hanno portato i suicidi, nel solo 2022, a raggiungere quota 85, stabilendo così il tragico record nella storia del nostro Paese. A luglio 2023 i suicidi nelle carceri italiane sono stati 46, in linea con il 2022. L’età media nel 2022 era di 40 anni, la persona più giovane ne aveva 20 e la più anziana 71: la maggior parte delle persone che si sono suicidate in carcere lo scorso anno lo hanno fatto nei primi sei mesi di detenzione. Dieci di loro lo hanno fatto persino entro le 24 ore dal loro arrivo nell’istituto penitenziario.

Nordio e il recupero di caserme dismesse

La grave condizione in cui versano le carceri italiane è recentemente tornata alla ribalta dopo la visita del ministro della Giustizia Carlo Nordio nella casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, sabato 12 agosto. In quell’occasione Nordio ha parlato di possibili soluzioni, individuandone una in particolare nella “detenzione differenziata”, intesa come lo sviluppo di alternative al carcere. A Como, per esempio, le misure alternative al carcere riguardano solo 7 persone sui 417 detenuti. Secondo Nordio però le pene alternative tradizionali (la semi libertà o i domiciliari) «non sono sufficienti a colmare il gap che c’è tra la necessità di garantire la sicurezza dello stato, che per noi è una priorità, e garantire anche l’umanità e il trattamento rieducativo del detenuto che per noi è una priorità altrettanto importante».

Un’altra soluzione proposta dal ministro della Giustizia è stata quindi quella di espandere l’edilizia carceraria. Tuttavia il ministro ha sottolineato anche l’alto costo richiesto dalla costruzione di nuove carceri, oltre alle difficoltà sollevate dai vincoli idrogeologici, architettonici e burocratici. La terza proposta di Nordio è quindi stata quella di recuperare gli istituti penitenziari dismessi e concentrare in questi spazi chi è stato condannato per reati a basso impatto sociale: «Utilizzare strutture che sono perfettamente compatibili con la sicurezza di un carcere, quindi con i muri di cinta, con le garitte e con gli altri spazi che sono all’interno di queste caserme è la soluzione sulla quale stiamo lavorando, spero, con risultati abbastanza prossimi».

Braga al Bassone e la critica a Nordio

Proprio oggi Chiara Braga, comasca e capogruppo del Pd alla Camera, ha visitato il carcere del Bassone nella giornata di Ferragosto. «Nel carcere di Como, così come in tutte le altre strutture sparse nel Paese, ci sono dolore, fatica, angoscia ma anche una profonda umanità che meriterebbe più attenzione nelle scelte e nelle parole che anche in questi giorni abbiamo sentito pronunciare da chi, come il ministro Nordio, ha la massima responsabilità di dare risposte a problemi e criticità» ha detto la deputata, facendo riferimento alla visita del ministro della Giustizia a Torino. Braga ha riportato le varie problematiche che riguardano il carcere del Bassone: dai tanti detenuti tossicodipendenti alla carenza di personale, sia agenti che assistenti, ma anche il personale dell’area medico sanitaria e di quella educativa, senza parlare degli ovvi problemi di spazi dati proprio dal sovraffollamento.

«Il Governo ha il dovere di affrontare la condizione difficile delle carceri lasciando stare la propaganda e le mirabolanti promesse di nuove strutture detentive: servono più risorse per potenziare le misure alternative, per costruire con i territori percorsi di reinserimento, per mettere nelle condizioni chi opera in queste strutture di farlo in condizioni di sicurezza e con il giusto riconoscimento del valore del loro lavoro».

Per Braga molti dei problemi riscontrati durante la visita «sono stati posti, non da oggi, all’attenzione dell’amministrazione centrale e nonostante le promesse recenti di viceministri e sottosegretari le soluzioni non sono arrivate.Alcune questioni che ho potuto mettere meglio a fuoco saranno oggetto di iniziative nei prossimi giorni», conclude.

© RIPRODUZIONE RISERVATA